Sicilia. Anno nuovo, nuovi incendi
Trinacria.infoSolo proclami e nessuna prevenzione da parte del governo regionale. In Sicilia è già cominciato il tempo del fuoco, un tempo infernale che detiene il triste record nazionale degli incendi. Solo nel 2021 sono stati più di 8mila, nei mesi di luglio e agosto 135 al giorno. Oltre 78mila ettari di bosco sono bruciati, una superficie pari al 3,05% di quella della regione. Il presidente Musumeci lo scorso anno invocava il carcere a vita per i piromani, ma la verità è che la prevenzione fa muovere molto meno denaro degli interventi dettati dalle logiche emergenziali. Lo spiega bene Tiziana Albanese del collettivo Trinacria, che ha dato vita al prezioso portale omonimo: intorno all’emergenza incendi c’è un vero business. Lo scorso anno, solo per le ore di volo di canadair e veivoli, in Sicilia sono stati spesi quasi tre milioni di euro. Facile immaginare la mole del giro di affari che si cela dietro alla favoletta dei piromani che ogni anno a luglio si infervorano e decidono di mandare a fuoco migliaia di ettari di territorio
Attribuiscono a Musumeci e al suo governo la responsabilità degli incendi che ci sono già stati quest’anno e di quelli che si prospettano durante tutta la stagione estiva. «Solo proclami, nessun intervento di prevenzione» – attaccano i manifestanti. Con l’inizio di maggio e del caldo, infatti, non si è fatto attendere il ritorno della stagione degli incendi. La notte del 6 maggio diversi roghi sono divampati ad Erice e nella zona di Monreale, Pioppo, Cefalù, a Bagheria sul Monte Catalfano e a Termini Imerese, dove la popolazione è rimasta per molte ore in attesa dei canadair.
In Sicilia, solo nel 2021, oltre 78mila ettari di bosco sono bruciati, una superficie pari al 3,05% di quella della regione. Sono stati 8.113 gli incendi che hanno riguardato l’isola, devastando migliaia di ettari di bosco e macchia mediterranea, con una media di 135 roghi al giorno nei mesi di luglio e agosto. È la regione più colpita di tutta l’italia. Bruciano tantissimi luoghi importantissimi, riserve naturali, boschi, pinete; luoghi dall’enorme interesse naturalistico e affettivo per i siciliani. Sulle Madonie si è parlato di disastro ambientale senza precedenti.
«Intorno all’emergenza incendi c’è un vero e proprio business» spiega Tiziana Albanese di Trinacria. «Lo scorso anno soltanto per le ore di volo di canadair e veivoli in Sicilia sono stati spesi circa 2.988.725,4 milioni di euro. Se si pensa al fatto che questi quasi tre milioni di euro registrano le spese unicamente dei velivoli, si può immaginare che enorme business e giro di affari si cela dietro ai nostri boschi in fiamme. Dei numeri troppo grandi per pensare di poter credere alla favoletta dei piromani cattivi che ogni anno a luglio si infervorano di rabbia e decidono di mandare a fuoco migliaia di ettari di territorio».
I manifestanti attaccano il governo regionale perché anche quest’anno il piano di prevenzione incendi stenta a partire. L’assessore regionale all’ambiente Cordaro aveva promesso che la stagione antincendio sarebbe stata anticipata al primo giugno, per durare poi fino al 15 ottobre; dal 26 aprile invece gli operai alle dipendenze del dipartimento sviluppo rurale si sarebbero occupati della pulizia del bosco, sottobosco e dei viali tagliafuoco. E ancora, nella stagione estiva, quattromila dei diciassettemila operai forestali dovrebbero essere impiegati come antincendio. Cento nuovi agenti si uniranno inoltre al corpo forestale dotati di nuove divise e nuovi strumenti.
Ma il piano non può partire: con la finanziaria bloccata all’Ars anche i fondi che dovevano salvarci dai roghi, quest’anno, restano nel cassetto. «Lo sa benissimo il Presidente Musumeci quello che si dovrebbe fare per non cadere per l’ennesima volta in quell’incubo, lo sa benissimo. Però preferisce fare il forcaiolo contro questi fantomatici e mitologici piromani invece che assumersi la responsabilità e dire chiaramente che loro la prevenzione non la faranno mai, perché prevenire fa guadagnare meno che curare! Nell’emergenza canadair, elicotteri, interventi straordinari, fuoco e fiamme, e giù con uno, due, tre miliardi, tutti spesi in emergenza… e si sa che l’emergenza è un ottimo status per fare tanti soldi facili. Che importa se bruciano i polmoni verdi di questa terra» – continua Tiziana. E conclude con un diretto attacco: «Chi fa profitti, chi glielo permette, e chi agevola il funzionamento di questo sistema, Musumeci per primo, è un indegno nemico della Sicilia».
Fonte: Trinacria
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