Da https://comune-info.net/lintervista-del-migrante/
L’intervista del migrante
05 Maggio 2022
Signore
e signori, buonasera e benvenuti al noto talk show seguito in tutto
il mondo: Indovina
chi viene al microfono.
La
puntata di oggi la giriamo in quel di Francia, precisamente la zona
che si affaccia sulla Manica tra Calais e Dunkirk,
ed è una di quelle che faranno discutere, quindi non alzatevi dalla
poltrona neppure per far la pipì.
Ci faranno anche un film, mi
hanno detto. Anzi, una serie tv sotto forma di docufiction di quelli
con la scritta ispirato
a una storia vera,
che non è mai davvero così, ma stavolta è diverso.
Il protagonista di questo episodio è niente di meno – pure perché sarebbe impossibile altrimenti – che un migrante. Malgrado lui preferisca che lo si definisca semplicemente una persona, ovvero un ospite come tutti gli altri, o addirittura un essere umano, questa è casa nostra e a casa nostra facciamo come ci pare, giusto?
Vai
con gli applausi e
i risolini
registrati e
procediamo con la diretta:
“La prima domanda che le faccio, caro
migrante, è la seguente: ha saputo della decisione del
governo di sua Maestà di
spedirla in Ruanda se
oserà salire su una di quella specie di zattere che chiamate barche
per approdare nel Regno Unito?”
“Sì, l’ho saputo.”
“Ha
saputo anche che un recente sondaggio dimostra
che la cosa non vi ha affatto dissuaso dal mettervi in viaggio?”
“Sì,
lo confermo.”
“E conferma pure che la scorsa domenica
ben 250 di
voi altri hanno attraversato la Manica?”
“Certamente.”
“Prima
di questo fine settimana erano trascorsi undici
giorni che
hanno registrato un deciso calo degli arrivi sulle nostre coste e i
nostri governanti lo hanno attribuito alla minaccia di cacciarvi in
Ruanda. Cosa vi ha fatto cambiare idea?”
“Non l’abbiamo
fatto. È stata solo colpa
del maltempo,
pioggia e vento che avrebbero impedito la navigazione a ogni barca di
qualunque dimensione.”
“In effetti domenica è tornato il
sole…”
“E siamo tornati anche noi.”
“Ma
non ha il timore di venire arrestato una volta approdato?”
“Sì,
ma il timore non mi ha fermato la prima volta che sono salpato e non
la farà di certo ora.”
“Crede che il mio governo sarà capace
di caricarla su un aereo come un pacco e spedirla in Ruanda?”
“Ne
sono sicuro.”
“Non ha paura che ciò accada?”
“Sì, ma
la paura non mi ha fermato quando…”
“Ho capito, la paura non
è un deterrente che funziona con voi. Mettiamo allora che lei riesca
a entrare all’interno nel paese senza essere arrestato. Non pensa
che al meglio farà un’esistenza grama, fatta di stenti e
tribolazioni, vivendo in condizioni misere e pericolose?”
“È
molto probabile.”
“Lei sa che da noi c’è stato il Brexit e
la gente ha votato per chiudere fuori della porta l’Europa
intera?”
“Sì.”
“E come crede che possa al contrario
dimostrarsi accogliente nei confronti di voi africani?”
“Non
ho mai detto di crederci.”
“Da
dove è partito per la precisione?”
“Sudan
del Sud.”
“Ed
è partito perché?”
“Perché sette anni di guerra
civile hanno
distrutto intere generazioni, causando quasi quattrocentomila
morti e otto
milioni di persone rischiano di morire
di fame nei
prossimi mesi.”
“Ha qualche familiare ancora in vita?”
“Sono
tutti morti.”
“Quindi mi faccia capire bene: lei è solo al
mondo e ha lasciato il suo paese per colpa della guerra e per la
mancanza di cibo, giusto?”
“Esatto.”
“Quindi è
arrivato in Francia, nella nazione che per un soffio non ha eletto il
peggior presidente che
uno come lei possa desiderare, ma non è che l’altro sia tanto
meglio.”
“Precisamente.”
“Non contento, ha deciso di
attraversare la Manica – dalla classica padella nella brace – con
il rischio di venire esiliato in Ruanda o, al meglio, di trascorrere
il resto dei suoi giorni in disgrazia e povertà.”
“È proprio
così.”
“A
questo punto non posso fare a meno di farle la mia ultima domanda,
ovvero ciò che noi occidentali ci stiamo chiedendo senza trovar
risposta sin dal primo giorno in cui avete iniziato a comparire sulle
nostre coste, perché da soli non siamo in grado di comprenderlo e
forse è questo il nostro problema.”
“Prego, faccia
pure.”
“Posso darle del tu?”
“Sicuro.”
“Caro
migrante, perché
non ti arrendi? Perché
non vuoi morire?
E soprattutto, perché
ami così tanto anche il solo essere vivo?
Ti prego, dimmelo, urlalo in diretta ora, non sai quanto abbiamo
bisogno di ricordarlo…”
Fonte: Storie e Notizie n.2020
Vieni
ad ascoltarmi sabato
21 maggio 2022 alle 16.00, L’isola del tesoro, Trebbo (BO)
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