Palermo si sveglia tappezzata di manifesti con le scritte: “FORZA MAFIA”, “MAKE MAFIA GREAT AGAIN” e “DEMOCRAZIA COLLUSA”
Sono le scritte che campeggiano nei manifesti elettorali fake che hanno tappezzato pensiline e muri del centro storico del capoluogo siciliano, dal Cassaro a via Roma. Una provocazione, rivendicata dal collettivo artistico Offline Corporation, che affonda il coltello nelle polemiche degli ultimi giorni, riguardo al ritorno in politica di due condannati: MARCELLO DELL'UTRI e di TOTÓ CUFFARO, il primo per concorso esterno e il secondo per favoreggiamento alla mafia. Uno, DELL'UTRI muovendo le fila dietro le quinte del partito che contribuì a fondare: Forza Italia. L’altro, CUFFARO, rifondando la Democrazia Cristiana, le cui bandiere venerdì sera venivano sventolate dentro la gremita multisala Politeama. Entrambi hanno dato un forte imprinting alla decisione di convergere sul candidato proposto dall’UDC, ROBERTO LA GALLA. Il loro redivivo impegno ha scatenato le reazioni dei parenti delle vittime da Maria Falcone ad Alfredo Morvillo e del Centro Pio La Torre. Una polemica che non accenna a placarsi, anche in vista del trentennale delle stragi e della commemorazione il 23 maggio di quella di Capaci, ormai alle porte.
(fonte: FQ)
(ANSA) - PALERMO, 20 MAG - Sono in corso indagini della Digos di Palermo sui manifesti ironici che sono spuntati questa mattina nel centro storico a Palermo con le scritte "Make mafia great again" con i loghi e i colori che riportano ai simboli della Democrazia Cristiana che diventa "Democrazia collusa" e di Forza Italia trasformata in "Forza mafia".
I manifesti - che vari post su Fb attribuiscono al collettivo artistico "Offline corporation" - prendono di mira il partito di Totò Cuffaro, la Dc Nuova, e Forza Italia dopo le polemiche che hanno riguardato l'ex presidente della Regione e l'ex senatore di Fi Marcello Dell'Utri, entrambi condannati per reati che riportano alla mafia, per la loro attività politica nell'ambito delle comunali a Palermo. "Questa è purtroppo l’immagine che Palermo rischia di dare di sé al mondo e che ci riporta a 30 anni fa - ha osservato il candidato sindaco della coalizione progressista, Franco Miceli -. La responsabilità è di Roberto Lagalla, perché è lui che pur di racimolare qualche voto ha richiamato in servizio personaggi che hanno fatto tanto male a Palermo e alla Sicilia. Ma sono certo che la maggioranza dei palermitani vuole invece guardare avanti e costruire tutti insieme una città migliore
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