31 dicembre 2022

IL MANIFESTO OGGI RICORDA LUIGI LOMBARDI SATRIANI e ANNABELLA ROSSI

 


Su Alias, supplemento a Il Manifesto, 31.12.2022, l’intervista rilasciata a Domenico Sabino da Luigi Lombardi Satriani [riquadro bio foto 1.] scomparso il 30 maggio scorso, sull’antropologa, fotografa e documentarista (l’autrice di “Lettere da una tarantata”, 1970) Annabella Rossi (1933-1984). [foto 2.]. Ne diamo qui un estratto. Subaltern studies Italia tornerà naturalmente ad occuparsi della figura di Annabella Rossi, continuate a seguirci. 👇

MEZZOGIORNO COME UN AMORE

Abbiamo incontrato l’antropologo Luigi Lombardi Satriani alcuni mesi prima della sua scomparsa avvenuta nel maggio di quest’anno, per farci raccontare di Annabella Rossi, antropologa e fotografa da lui conosciuta fin dalla metà degli anni Sessanta quando incaricato di Storia delle Tradizioni popolari a Messina la sua dispensa Il folklore fu l’occasione che li fece incontrare e iniziare una importante collaborazione. Tra le prime documentariste in ambito antropologico, realizzò con Mingozzi e Barbati per Rai 2 Sud e e magia, viaggio nei luoghi demartiniani.
Dall’incontro con Ernesto de Martino, nel 1959, Annabella Rossi trae istruzioni per il proprio lavoro di ricerca sul campo. Ne consegue una consapevolezza sui rapporti tra classi dominanti e subalterne, di cui parla nell’articolo del ’71 «Realtà subalterna e documentazione»: «Questa realtà deve essere documentata, per essere conosciuta, per circolare, per smascherare chi la copre per precisi fini politici». È ancora valida oggi l’asserzione?
- Nella maturazione antropologica di Annabella, l’incontro con Ernesto de Martino è stato decisivo. A de Martino, si sa, si deve il rinnovamento degli studi demoantropologici nel nostro Paese, sia perché coniugò rigorosamente tensione scientifica e impegno politico, sia perché testimoniò come nel lavoro antropologico sia fondamentale la ricerca sul campo, pur accuratamente preceduta da un’adeguata preparazione teorica, con la ricognizione attenta della letteratura scientifica sull’argomento trattato. Ernesto de Martino, alla fine degli anni Cinquanta, stava costituendo l’équipe con la quale si sarebbe recato in Lucania per condurre le ricerche in loco sul pianto funebre, già studiato nel planctus romano della prima cristianità, per individuare le vestigia che di tale pianto si potevano ritrovare in quell’estremo lembo dell’Italia. Si tenga presente che il sistema viario e delle comunicazioni era profondamente diverso da quello attuale e che la terra lucana appariva lontana come oggetto di investigazione etnologica a somiglianza delle popolazioni extraeuropee, care all’etnologia. Facevano parte dell’équipe demartiniana, tra gli altri, Clara Gallini, allora sua assistente a Cagliari; Giovanni Jervis, etnopsichiatra, coinvolto per i risvolti psichici; Diego Carpitella, etnomusicologo, cui era demandata la registrazione dell’universo sonoro. (..)
Annabella con i viaggi nel Salento e nel Meridione indaga la condizione della realtà subalterna. Attualmente ci sono antropologi che entrano in relazione diretta con la collettività, carpendone le mutazioni in atto?
-Annabella ha indagato, come ho già sottolineato, con rigore e passione la condizione dei protagonisti della realtà subalterna. Anche attualmente ci sono antropologi che entrano in relazione diretta con la collettività, cogliendone le linee di mutamento; preferisco non fare un elenco dei nomi, che sarebbe comunque incompleto. Si va dagli antropologi di più antica generazione, che continuano a indagare la realtà, ovviamente secondo la propria strumentazione teorica e metodologica, agli antropologi di più giovane generazione che indagano la realtà secondo i propri orientamenti e le proprie prospettive. Sarebbe impietoso, e anche un po’ ingiusto indicare ingenuità o esiguità nell’approccio teorico; sono mali generazionali che passano in fretta. Importante è che si voglia studiare, studiare, ancora una volta studiare.(..)
Perché una personalità energica come Annabella Rossi è spesso dimenticata dagli antropologi? Cosa rimane della sua produzione scientifica e del suo insegnamento?
- Forse Annabella ancora oggi non è ricordata come si dovrebbe, perché è stata un personaggio scomodo, come ho posto in risalto finora. Rimane della sua produzione scientifica e del suo insegnamento testimonianza di una curiosità continua e onnipervasiva per il mondo popolare e per il Mezzogiorno, oggetto di un amore assoluto. Anni fa, riflettendo sulla sua esperienza scientifica, sulla sua personalità, ho sostenuto che se per Elio Vittorini poteva essere detto «Sardegna come un’infanzia», per Annabella Rossi poteva essere detto «Mezzogiorno come un amore».
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