<<Io sono uno degli altri.>>
*Autoritratto', fulminante lirica di Rocco Scotellaro (Tricarico, 1923 - Portici, 1953) composta da un solo verso, con cui il poeta-contadino annulla la propria individualità per manifestare spirito di fratellanza ed umana solidarietà nei confronti dei più umili.
Politico e sindacalista scomparso all'età di 30 anni, l'autore lucano difese sempre i diritti dei braccianti nel corso della sua breve ed intensa vita, denunciando con coraggio i soprusi e le ingiustizie perpetrate dai latifondisti.
"Il primo, grande merito della poesia di Rocco Scotellaro, -afferma Maurizio Cucchi- la sua grande virtù, è nella capacità di restituire voce a chi per secoli, storicamente, l’aveva perduta, o non l’aveva mai avuta, o se l’era vista tacitare per le sue asperità scomode."
Rimase vittima di una congiura ordita dai suoi avversari politici che lo costrinse a dimettersi dalla carica di sindaco di Tricarico, raccontata nei particolari nel post citato di seguito.
"Rocco Scotellaro -scriveva sul Corriere della sera Eugenio Montale- ha potuto lasciarci un centinaio di liriche che rimangono certo tra le più significative del nostro tempo. In lui l'impasto tra la vena che direi internazionale e la vena popolare hanno trovato un'insolita felicità d'accento."
☞Scotellaro e Carlo Levi
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SOLITARIA NATURA
(Rocco Scotellaro)
Solitaria natura
quando le spighe d’oro
cullano frusciando
il sogno dell’Estate;
che il tempo rallenta il suo turno
incede con battiti e tonfi
tra pause incalcolabili.
L’evento è il sordo fulmine del sole.
Le vigne verdi soltanto resistono:
ribollirà nei tini l’uva rossa.
Solitaria natura
stupiscono fanciulli
cui riescono pupazzi
d’argilla nelle cave,
germogli crescono
nel vento, nell’ombra.
Su mio padre steso nella terra
nasce un tappeto di dalie.
Il cimitero è il solo
giardino del paese.
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