19 dicembre 2022

P. P. PASOLINI e D. M. TUROLDO CONTRO I DISSACRATORI DEL NATALE CRISTIANO

 



«Tanti auguri ai fabbricanti di regali pagani!

Tanti auguri ai carismatici industriali che producono strenne tutte uguali!


Tanti auguri a chi morirà di rabbia negli ingorghi del traffico e magari

cristianamente insulterà o accoltellerà chi abbia osato

sorpassarlo o abbia osato dare una botta sul didietro della sua

santa Seicento!


Tanti auguri a chi crederà sul serio che l’orgasmo che l’agiterà –

l’ansia di essere presente, di non mancare al rito, di non essere pari

al suo dovere di consumatore – sia segno di festa e di gioia!


Gli auguri veri voglio farli a quelli che sono in carcere,

qualunque cosa abbiano fatto ; è vero che ci sono in libertà tanti disgraziati

cioè tanti che hanno bisogno di auguri veri tutto l’anno (tutti noi,

in fondo, perché siamo proprio delle povere creature brancolanti,

con tutta la nostra sicurezza e il nostro sorriso presuntuoso).


Ma scelgo i carcerati per ragioni polemiche, oltre che per una certa simpatia naturale dovuta al fatto che, sapendolo o non sapendolo,

volendolo o non volendolo, essi restano gli unici veri contestatori

della società. Sono tutti appartenenti alla classe dominata, e i loro

giudici sono tutti appartenenti alla classe dominante».

Pier Paolo Pasolini

***


La tristezza di questi natali

Signore, ti muova a pietà.


Luminarie a fiumane,

ghirlande di false costellazioni

oscurano il cielo di tutte le città.

Nessuno più appare all'orizzonte:

nulla che indichi l'incontro con la carovana del Pellegrino;

non uno che dica in tutto l'Occidente:

"Nel mio albergo si, c'è un posto"!

Non un segno di cercare oltre,

un segno che almeno qualcuno creda,

uno che attenda ancora colui che deve venire...

Non attendiamo più nessuno!


Tutto è immoto, pure se dentro un inarrestabile vortice!

E' così, è Destino, più non ci sono ritorni,

né ricorsi: è inutile che venga!

Tale è questa civiltà gravida del Nulla!


Ora tu, anche se illuso di credere

o figlio dell'ateo Occidente, segui pure la tua stella

- così è gridato per tutta la città dai vessilli -

segui, dico, la stella e troverai cornucopie vomitare leccornie,

o non altro che spiritati manichini di mode folli in volo dalle vetrine...

Poiché falso è questo tuo donare (è Natale!),

falso perfino stringerci la mano avanti la Comunione,

e trovarci assiepati nella Notte a cantare "Gloria nei cieli ... ".


Un amaro riso di angeli obnubila lo sfavillio dei nostri presepi,

Francesco cantore di perfette, tragiche letizie:

pure se un Dio continuerà a nascere,

a irrompere da insospettati recessi:

là dove umanità alligna ancora silenziosa e desolata:

dal sorriso forse di un fanciullo della casba a Daccà, o a Calcutta...


Nessuno conosce solitudine come il Dio del Cristo:

un Dio che meno di tutti può vivere solo!

Certo verrà, continuerà a venire,

a nascere ma altrove,

altrove...

(Da D. M. TUROLDO, Il sapore del Pane, San Paolo, 2002)




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