20 dicembre 2022

LA PRINCIPALE EREDITA' DISSIPATA

 




P. P. PASOLINI da Le ceneri di Gramsci

III

Uno straccetto rosso, come quello

arrotolato al collo ai partigiani

e, presso, l’urna, sul terreno cereo,


diversamente rossi, due gerani.

Lì tu stai, bandito e con dura eleganza

non cattolica, elencato tra estranei


morti: Le ceneri di Gramsci… Tra speranza

e vecchia sfiducia, ti accosto, capitato

per caso in questa magra serra, innanzi


alla tua tomba, al tuo spirito restato

quaggiù tra questi liberi. (O è qualcosa

di diverso, forse, di più estasiato


e anche di più umile, ebbra simbiosi

d’adolescente di sesso con morte…)

E, da questo paese in cui non ebbe posa


la tua tensione, sento quale torto

qui nella quiete delle tombe – e insieme

quale ragione – nell’inquieta sorte


nostra – tu avessi stilando le supreme

pagine nei giorni del tuo assassinio.

Ecco qui ad attestare il seme


non ancora disperso dell’antico dominio,

questi morti attaccati a un possesso

che affonda nei secoli il suo abominio


e la sua grandezza: e insieme, ossesso,

quel vibrare d’incudini, in sordina,

soffocato e accorante – dal dimesso


rione – ad attestarne la fine.

Ed ecco qui me stesso… povero, vestito

dei panni che i poveri adocchiano in vetrine


dal rozzo splendore, e che ha smarrito

la sporcizia delle più sperdute strade,

delle panche dei tram, da cui stranito


è il mio giorno: mentre sempre più rade

ho di queste vacanze, nel tormento

del mantenermi in vita; e se mi accade


di amare il mondo non è che per violento

e ingenuo amore sensuale

così come, confuso adolescente, un tempo


l’odiai, se in esso mi feriva il male

borghese di me borghese: e ora, scisso

    con te – il mondo, oggetto non appare


di rancore e quasi di mistico

disprezzo, la parte che ne ha il potere?

Eppure senza il tuo rigore, sussisto


perché non scelgo. Vivo nel non volere

del tramontato dopoguerra: amando

il mondo che odio – nella sua miseria


sprezzante e perso – per un oscuro scandalo

della coscienza...


IV


Lo scandalo del contraddirmi, dell'essere

con te e contro te; con te nel cuore,

in luce, contro te nelle buie viscere;

[…]

Pier Paolo Pasolini (1957)


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