ONORE A TOTUCCIO PULIZZOTTO
A Marineo tutte le trame comunitarie portano alla cultura contadina: odora di spighe il nostro pane di casa; indica la via della campagna la stella del presepe vivente.
E Salvatore Pulizzotto ne è un interprete ai livelli più alti. Il fiore all'occhiello della sua intensa e lunga attività di ristoratore e operatore culturale è certamente la raccolta di migliaia di reperti della civiltà contadina, iniziata negli anni ‘80, e la nascita del Museo etnoantropologico di Marineo che, tra le sale del castello, il suo ristorante e magazzini vari, raccoglie oggi migliaia di oggetti. Molti di questi pezzi sono stati utilizzati dal regista Giuseppe Tornatore per la realizzazione del film Baaria. Tanti altri fanno da cornice, ormai da decenni, al locale presepe vivente.
Diplomato all’Istituto Regionale d’Arte di Bagheria, Pulizzotto ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Per anni è stato promotore della rassegna artistica Risorarte e di numerose mostre. È, inoltre, collezionista di foto sulla Marineo dalla fine dell’Ottocento al Novecento e, assieme alla Pro Loco, ogni anno cura una mostra di foto d’epoca.
Così, se la cultura contadina ha imboccato ormai da tempo la via del tramonto, un argine di resistenza a Marineo è costituito, appunto, dalla presenza di Pulizzotto, dal museo etnoantropologico a lui intestato e dalla esistenza, anche in luoghi privati, di tantissimi altri oggetti ed attrezzi del lavoro contadino. Per non parlare dei libri di storia e di cultura popolare pubblicati a Marineo, a partire dagli atti del convegno su “I Beni Culturali a Marineo” edito nel 1980. O, infine, dal gran numero di poeti dialettali custodi di quello che rimane del dialetto marinese.
“E tuttavia – come spiega Giovanni Ruffino – non è facile farsi testimoni di una civiltà, di una cultura che si avviano al tramonto. Non è facile, perché l'autentica testimonianza richiede, assieme alla competenza, anche la persistenza del sentimento dei luoghi, delle cose, dei gesti, delle parole”.
Salvatore Pulizzotto è un vero testimone perché ha saputo "custodire mantenere intatte quelle percezioni e quei segni che si sono fatti testimonianza autentica, colta, profonda: nella raccolta di oggetti-documenti; nella capacità di ricostruire, assieme alle mappe dei luoghi, la grande mappa della memoria”.
Marineo deve essere grata a questo suo cittadino che si aggiunge alla numerosa schiera dei Marinesi Illustri.
NUCCIO BENANTI
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