Domani, 30 aprile 2024, alle ore 18, a Palermo nella Libreria Mille Mondi di via M. Stabile n. 233, ALDO GERBINO e RINO MAROTTA presentano la seconda edizione, rivista ed ampliata, del mio saggio "EREDITA' DISSIPATE Gramsci Pasolini Sciascia, Diogene Multimedia Bologna 2023.
Il libro in modo rigoroso e documentato mette in luce la radice gramsciana di gran parte dell'opera di Pasolini e Sciascia.
"L’unico antenato spirituale che conta è Marx, e il suo dolce, irto, leopardiano figlio, Gramsci" dirà Pasolini in un’intervista rilasciata ad Alberto Arbasino del 1963.
Ne "Le ceneri di Gramsci" il poeta, davanti alla tomba di Antonio Gramsci, presso il cimitero degli inglesi a Roma, dialoga con le sue spoglie, descrivendo un maggio autunnale, differente dal maggio 1919 quando Gramsci aveva avuto il coraggio di fondare un nuovo giornale con la speranza di cambiare l’Italia. Ora è evidente:
“il grigiore del mondo,
la fine del decennio in cui ci appare
tra le macerie finito il profondo
e ingenuo sforzo di rifare la vita”.
Ritorna qui l'eco del monito di Gramsci:
"L’errore dell’intellettuale consiste nel credere che si possa sapere senza comprendere e specialmente senza sentire ed essere appassionato […], cioè che l’intellettuale possa esser tale (e non un puro pedante) se distinto e staccato dal popolo-nazione, cioè senza sentire le passioni elementari del popolo comprendendole e quindi spiegandole e giustificandole nella determinata situazione storica e collegandole dialetticamente alle leggi della storia, a una superiore concezione del mondo, scientificamente e coerentemente elaborata; non si fa politica-storia senza questa passione, senza questa connessione sentimentale tra intellettuali e popolo-nazione. In assenza di tale nesso i rapporti dell’intellettuale col popolo-nazione sono o si riducono a rapporti di ordine puramente burocratico e formale".
(Antonio Gramsci, Quaderni del carcere)
Forte in Pasolini il senso di sconfitta, la consapevolezza della caduta di ogni illusione quando, passando dalla terza alla prima persona, si rivolge a Gramsci, eroico e solitario, chiamandolo non padre ma “umile fratello”: lo vede giovane nel tempo in cui l’errore era fonte di conoscenza, in “quel maggio italiano” ricco di entusiasmo quando il nobile intellettuale ordinovista indicava la via da percorrere.
E lo sente “confinato” in un “sito estraneo”.
Gli è intorno la “noia patrizia”, quella di una indifferente borghesia; da lontano giunge “qualche colpo d’incudine” degli operai.
Ed è accorata la descrizione della tomba di Gramsci:
"Uno straccetto rosso, come quello
arrotolato al collo ai partigiani
e, presso l’urna, sul terreno cereo,
diversamente rossi, due gerani,
Lì tu stai, bandito e con dura eleganza
non cattolica, elencato tra estranei
morti."
E' prevista anche la partecipazione di LILIANA SINAGRA che leggerà alcune pagine del libro di Francesco Virga.
INGRESSO LIBERO fino ad esaurimento posti.
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