18 aprile 2013

IL FUNERALE DEL PARTITO DEMOCRATICO




A parte gli errori compiuti da Bersani negli ultimi mesi, la debolezza e l’incoerenza del PD hanno radici antiche. L’articolo seguente prova a ricostruirne una prima sommaria storia. 







Claudio Riccio – Quei giorni perduti a rincorrere il centro.

Per vent’anni milioni di persone di sinistra vi hanno votato, chiedendovi poche cose razionali e di buon senso: attenzione nei confronti degli ultimi, difesa della democrazia e della Costituzione, ferrea opposizione al Berlusconismo.
In questi anni, che foste al governo o all’opposizione avete sistematicamente deluso tali semplici aspettative. Avete confuso il senso di responsabilità nei confronti dello Stato con la ricerca costante delle larghe intese, avete fatto quasi sempre l’opposto di quel che era giusto fare, presi dall’ansia del dimostrare che avevate sufficientemente rinnegato la vostra storia comunista, preoccupandovi del consenso di qualche editorialista del Corsera piuttosto che del vostro elettorato, più o meno disilluso che fosse.
Nonostante ciò, vuoi per mancanza di alternative credibili, vuoi per speranza di vedervi rinsavire milioni di persone di sinistra hanno continuato a votarvi. Anche nelle ultime elezioni, nonostante la guerra in Kosovo, gli inciuci, la parità scolastica, il pacchetto Treu, il governo Monti, la riforma Fornero, gli esodati. Molti altri vi hanno abbandonato, hanno votato 5 stelle, qualcuno Ingroia. In generale chi vi ha sostenuto lo ha fatto con ben poco entusiasmo, e soprattutto i voti presi non sono stati sufficienti per una vittoria che tutti davano per scontata.
In tanti hanno detto: avranno imparato la lezione. Avranno capito che non c’è alcun voto moderato da rincorrere, che l’Italia urla da anni e a gran voce il bisogno di cambiare, che serve farlo subito perché ogni giorno che passa stiamo peggio. Non c’è bisogno di Presidenti di garanzia, tantomeno per Berlusconi. Lo sapete bene, nonostante siate arroccati nei vostri palazzi. La vostra presunzione di autosufficienza e superiorità era insopportabile prima. Lo è ancora di più oggi che la crisi della rappresentanza vi investe in pieno.
Non sono mai stato presidenzialista, né mai lo sarò, e come me gli altri e le altre che hanno fatto partire il tam tam via mail e social network per Rodotà presidente, ma oggettivamente avevate un’occasione: rendere visibile e chiara la vostra volontà di cambiare, di rimettervi in carreggiata, imparare dagli errori e dal voto, assumervi le vostre responsabilità e iniziare fin da subito a dare risposte concrete a bisogni concreti.
Come era scritto nell’appello del blog:
“Abbiamo sempre creduto che il cambiamento debba venire dal basso e che una sola persona non possa portare il cambiamento necessario. Al contempo pensiamo che per il suo impegno a difesa e promozione dei beni comuni, della Costituzione, dei diritti sociali universali e della persona nella sua complessità, l’elezione di Stefano Rodotà a Presidente della Repubblica sarebbe uno straordinario segnale di speranza e cambiamento per tutte e tutti. il suo impegno instancabile nel dialogo sincero con le giovani generazioni e la sua familiarità nei confronti di Internet e delle sfide che la rivoluzione tecnologica comporta ne fanno il presidente giusto per affrontare il futuro senza paura, ma con curiosità e speranza.”
Con 220 voti a favore, 90 contrari e 30 astenuti il PD ha scelto a larga maggioranza di votare Franco Marini e non Stefano Rodotà come Presidente della Repubblica. Ha deciso di farlo con un redivivo Berlusconi e con il fantasma di Mario Monti. Della coalizione di centrosinistra sembra che solo SeL e alcuni parlamentari democratici voteranno Rodotà, regalando così a Grillo la paternità di un’operazione su una personalità come quella del giurista ed ex garante della privacy. È pura follia, un suicidio politico. Desta imbarazzo anche la posizione di SeL che fino a ieri sembrava pronta a sciogliersi nel PD e che ora è costretta a constatare quale sia la distanza che separa tanto la dirigenza PD, quanto l’alternativa renziana da un’opzione anche di sinistra puramente socialdemocratica.
Ma d’altronde non è la prima volta che accade qualcosa di simile, seppur con minor fragore sono anni che accade qualcosa di paragonabile: per anni le piazze e la rete sono state luogo in cui venivano elaborate ed avanzate idee innovative e straordinarie dalla tobin tax nell’economia, al reddito di base nel welfare, alla riconversione ecologica nelle politiche ambientali e industriali, all’altrariforma di scuola e università, e molte altre ancora. Grillo non fa altro che raccogliere i temi e le personalità che una sinistra che abdica a sé stessa ha abbandonato e li usa per portare consenso al proprio movimento, quasi sempre spacciando per proprie idee che la sinistra politica ha rinnegato o ignorato.
Le avete ignorate perché eravate impegnati a rincorrere il centro ed una borghesia produttiva italiana che in realtà è stracciona, incapace ed eversiva e a voi continua a preferire Silvio Berlusconi e i suoi squallidi seguaci. Ci avete ignorato perché eravate convinti che fosse la strategia giusta, e con fare da fini analisti ci dicevate: “l’Italia è di destra”. E invece l’Italia è solo un Paese frammentato socialmente (e su questo sottoscrivo quanto scritto da Lorenzo Zamponi nella sua approfondita analisi) in cui c’è una classe dirigente che ha perso profondamente una battaglia egemonica e ora prova a restare a galla.
Oggi forse si è compiuta la frattura definitiva. Cosa succederà è incerto. L’unica cosa di cui potete star certi è che in tanti si rassegneranno, ma molti altri daranno battaglia con ancora maggior vigore. Forse Renzi si è preso un pezzo consistente dell’elettorato di centrosinistra, Grillo un’altro pezzo. Molti altri restano orfani, privi di famiglie e padri politici, senza punti di riferimento e senza luoghi collettivi se non quelli che si devono ancora costruire. Nel frattempo cominciate col farvi da parte. Non vi rottamiamo solo perché ci sono troppe macerie in questo Paese. Ad altri spetta ricostruire, senza di voi.

P.S. se qualcuno di voi dovesse, leggendo questo articolo carico di livore, criticare un “tono eccessivamente grillino” ci tengo a precisare che esiste anche un vaffanculo di sinistra e che ve lo mando con tutto il cuore.

Questo pezzo è stato pubblicato oggi sul Corsaro e sul blog http://www.minimaetmoralia.it/



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