28 aprile 2013

IL PUGILE SUONATO




Dopo il naufragio assistiamo a sinistra a un proliferare di proposte di nuovi soggetti politici, rifondazioni e costituenti unitarie varie. Il chiacchiericcio è assordante e anche un pò irritante per la pochezza degli argomenti e la mancanza di contenuti. Ma la politica non è il campionato di calcio e la sinistra il Bar Sport. Senza una elaborazione teorica che permetta di comprendere il presente non c'è possibilità di ripresa. Non ci sono scorciatoie.
 
Moni Ovadia - Sinistra crepuscolare e il pugile suonato

Il periodo che stiamo vivendo in Italia è, dal mio punto di osservazione, il peggiore che io ricordi da che ho l'età della ragione. Non il più drammatico, il nostro Paese ha conosciuto gli anni delle stragi di Stato, le guerre scatenate dalle mafie, la stagione del terrorismo, ma il peggiore si! Peggiore per la regressione antropologica, per la perdita di un orizzonte morale condiviso, per il disfacimento del senso stesso del fare politica.

Siamo sopraffatti dalla sensazione che il vero governo delle cose, sia nelle mani di speculatori, evasori, mafiosi, finanzieri senza scrupoli mentre la politica strictu sensu, sia prevalentemente il gioco di autoconservazione di una casta impotente e proterva. Lo sconcio spettacolo visto in occasione dell’elezione del presidente della Repubblica, ha avuto un esito prevedibilmente desolante. Il Paese, verosimilmente, sta per essere riconsegnato nelle mani del suo vero dominus, Silvio Berlusconi, primo e principale responsabile dello sfascio in cui ci troviamo. La forza che prometteva di rompere il suo ventennale monopolio e avviare risanamento e sviluppo, il Pd, è uscito dalla contesa elettorale come un pugile suonato, unico responsabile della sua disfatta e ha cominciato a prendersi a cazzotti da solo. Il vecchio presidente della Repubblica richiamato disperatamente in servizio, ha pronunciato un vibrante e nobile discorso per richiamare la politica alle sue gravi responsabilità. Peccato però che a discorso ultimato, la soluzione proposta è quella di affidare il Paese a quei politici che lo hanno portato al punto in cui si trova.

Napolitano per «blindare» quella che ritiene essere l’unica soluzione possibile, ha chiesto a stampa e opposizione di non intralciare il cammino del governo di «larghe intese» prossimo venturo, il vecchio che avanza. La stampa, in una democrazia dovrebbe rispondere alla pubblica opinione e dovrebbe essere la coscienza costantemente critica di qualsiasi governo, anche del migliore. Quanto all’opposizione, opporsi è il suo mestiere e dovere costituzionale. Il Movimento Cinque Stelle nella fattispecie, se ottemperasse alla sollecitazione del Presidente, siglerebbe il proprio immediato declino. Quanto a Sel, mazziato e cornuto, sarebbe ridotto a una malinconica insignificanza più di quanto non sia oggi.

La sinistra italiana ha subito una vera disfatta. Quella europea non sta tanto meglio come spiega in una recente intervista a Le Monde Daniel Cohn-Bendith. La sinistra è vittima dei propri errori, fra i quali l’incapacità di innovarsi nella sostanza e nel linguaggio, la perdita degli orizzonti etici e ideali, l’abbandono dell’elaborazione teorica che crea originalità di pensiero per mettersi alla testa delle trasformazioni invece che inseguirle con la lingua a penzoloni. Se vuole rinascere, furbizie e scorciatoie non sono contemplate.



(Da: L'Unità del 27 aprile 2013)


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