28 aprile 2013

UN LETTA A DUE PIAZZE




Questa mattina per salutare il nuovo ( si fa per dire!) Governo Letta riprendo questo pezzo da http://www.thefrontpage.it/2013/04/26/un-letta-a-due-piazze/



FRANCO LUCERI  -  UN LETTA A DUE PIAZZE

In Italia abbiamo un solo cognome al vertice della politica, che sia spalmato su tutto l’Arco Costituzionale: quello di Enrico Letta del PD, nipote di Gianni Letta del PDL.
E poiché l’Italia deve uscire in tutta fretta da una lunghissima stagione di contrapposizioni ideologiche, veti incrociati, letargo intellettuale, sonno della ragione, dove il dialogo in funzione del bene comune è stato classificato come il peggior crimine politico da combattere: “inciucio”; per un governo delle larghe intese che salvi l’Italia dal burrone dove sembra in caduta libera, serviva una famiglia priva di paraocchi per cavalli, dove, almeno per vincoli parentali, i comunisti guardassero anche a destra e i liberisti anche a sinistra.
Così il Presidente Napolitano, che per acume politico non è secondo a nessuno, ha incaricato Enrico Letta di fare il governo delle larghe intese o il governissimo come si usa chiamarlo: speriamo che almeno questa sia la volta buona.
Un tale diceva che al mondo non c’è niente che sia abbastanza irrazionale, che poi ripetuto all’infinito non finisca per sembrarci giusto, intelligente e persino geniale. Aveva ragione.
La politica contrapposta in campagna elettorale, ma che continua tale per l’intera legislatura impedendo qualunque tentativo embrionale di dialogo, (altro che inciucio) è il peggiore crimine politico in democrazia, dove le scelte del popolo sovrano non sono sindacabili. I rappresentanti del popolo legittimati ad accedere in Parlamento sono già perfettamente selezionati. A nessuno, e ripeto nessuno, (prima di tre gradi di giudizio) è consentito distribuire patenti di legittimità, illegittimità o “impresentabilità”. Solo la magistratura può delegittimare un parlamentare dopo un normale iter giudiziario.
Un giudice che azzardasse un aggettivo improprio prima della sentenza, e tale da far temere che possa avere dei pregiudizi nei confronti  di una delle parti in causa, verrebbe ricusato subito.
I legislatori invece si sono riservati il privilegio di coltivare e moltiplicare i problemi drammatici che dovrebbero combattere, combattendo con chi avrebbero il dovere di dialogare per risolverli.
A questa mostruosità, i politici e l’intera classe dirigente italiana, mettono puntualmente riparo quando devono dividersi la torta delle risorse disponibili (perchè quello e solo quell’istante non è inciucio). Ma finita la spartizione, riprende la contrapposizione  in modo che l’intera Italia vada in malora con il suo carico di problemi irrisolti e cittadini ridotti alla fame o al suicidio.
Il Parlamento è il “pronto soccorso” dove il “bene comune o se vi piace, la giustizia sociale”, arriva malato per farsi curare. Ora immaginatevi che razza di accoglienza gli riservano i sanitari della politica italiana, se impiegano mesi, anni o decenni litigando fra loro, prima di stabilire quanto vantaggio personale ne traggono a curarlo, e quanto danno possono arrecare agli avversari lasciandolo schiattare.
Danneggiare poche migliaia di persone con un comportamento antisindacale è un illecito forse da codice penale. Immaginate che razza di crimine commettono i politici che invece di assolvere alla funzione di legislatori, cambiando le leggi sbagliate, tipo il “porcellum universalmente criticato”, e migliaia di altre mostruosità giuridiche, si infilano la toga di pubblici ministeri per processarsi e impedirsi reciprocamente di governare, impoverendo così i 30 milioni di italiani di classe media e riducendo alla fame 20 milioni e passa di poveri.
La presenza di un Al Capone o di un Adolf Hitler nel Parlamento Italiano può sindacarla solo la magistratura con tre gradi di giudizio. Chiunque delegittimi un parlamentare anche solo un giorno prima, delegittima quel pezzo di popolo sovrano che se lo è scelto come proprio rappresentante politico: e questo potere non lo ha nemmeno il Presidente della Repubblica e nemmeno tutte e cinque le alte cariche dello Stato in seduta comune.
Solo una sbornia di demenza collettiva ha potuto indurre i politici e i giornalisti a considerare per un ventennio la legislatura un’appendice di campagna elettorale, dove continuare ad usare colpi bassi per atterrare l’avversario con cui si aveva il dovere di dialogare. Come se la politica degna di questo nome, non fosse altro che un bottino di guerra fra opposti schieramenti armati di clava anziché di idee e progetti da mediare e perfezionare.
Ora un semino di dialogo e con grande senso di unità lo ha gettato il Presidente Napolitano incaricando l’unico politico di sinistra che non studia la destra come un fronte nemico da bombardare. Speriamo che ci sia gente capace di innaffiarlo; perché se tutti si dicono disposti a sostenere qualunque Premier, purché realizzi gli otto punti di riforme di Berlusconi e forse altrettanti di Grillo, e poi ci sono altri otto punti dei DS, è come rimandare Enrico Letta all’asilo, e imporgli, per non sbagliare il compitino, di farlo sotto dettatura di Berlusconi a destra, DS al centro e  Grillo a sinistra.
Perché se la politica dei veti incrociati continuerà con questa musica che ha già distrutto l’Italia; tempo un anno e gli italiani romperanno disco e giradischi.



P. S. : Coi tempi che corrono non si comprende davvero più nulla. Ad una prima veloce lettura, ingannato dal bel titolo, pensavo che l’autore del post volesse fare dell’ironia. Ma mi sbagliavo. Lo lascio, comunque, oltre che a documentazione della mia distrazione, come un piccolo segno dei tempi!
 F. V.

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