Questa mattina per salutare
il nuovo ( si fa per dire!) Governo Letta riprendo questo pezzo da http://www.thefrontpage.it/2013/04/26/un-letta-a-due-piazze/
FRANCO
LUCERI -
UN LETTA A DUE PIAZZE
In Italia abbiamo un solo cognome al vertice della
politica, che sia spalmato su tutto l’Arco Costituzionale: quello di Enrico
Letta del PD, nipote di Gianni Letta del PDL.
E poiché l’Italia deve uscire in tutta fretta da una
lunghissima stagione di contrapposizioni ideologiche, veti incrociati, letargo
intellettuale, sonno della ragione, dove il dialogo in funzione del bene comune
è stato classificato come il peggior crimine politico da combattere:
“inciucio”; per un governo delle larghe intese che salvi l’Italia dal burrone
dove sembra in caduta libera, serviva una famiglia priva di paraocchi per
cavalli, dove, almeno per vincoli parentali, i comunisti guardassero anche a
destra e i liberisti anche a sinistra.
Così il Presidente Napolitano, che per acume politico
non è secondo a nessuno, ha incaricato Enrico Letta di fare il governo delle
larghe intese o il governissimo come si usa chiamarlo: speriamo che almeno
questa sia la volta buona.
Un tale diceva che al mondo non c’è niente che sia
abbastanza irrazionale, che poi ripetuto all’infinito non finisca per sembrarci
giusto, intelligente e persino geniale. Aveva ragione.
La politica contrapposta in campagna elettorale, ma
che continua tale per l’intera legislatura impedendo qualunque tentativo
embrionale di dialogo, (altro che inciucio) è il peggiore crimine politico in
democrazia, dove le scelte del popolo sovrano non sono sindacabili. I
rappresentanti del popolo legittimati ad accedere in Parlamento sono già
perfettamente selezionati. A nessuno, e ripeto nessuno, (prima di tre gradi di
giudizio) è consentito distribuire patenti di legittimità, illegittimità o
“impresentabilità”. Solo la magistratura può delegittimare un parlamentare dopo
un normale iter giudiziario.
Un giudice che azzardasse un aggettivo improprio prima
della sentenza, e tale da far temere che possa avere dei pregiudizi nei
confronti di una delle parti in causa, verrebbe ricusato subito.
I legislatori invece si sono riservati il privilegio
di coltivare e moltiplicare i problemi drammatici che dovrebbero combattere,
combattendo con chi avrebbero il dovere di dialogare per risolverli.
A questa mostruosità, i politici e l’intera classe
dirigente italiana, mettono puntualmente riparo quando devono dividersi la
torta delle risorse disponibili (perchè quello e solo quell’istante non è
inciucio). Ma finita la spartizione, riprende la contrapposizione in modo
che l’intera Italia vada in malora con il suo carico di problemi irrisolti e
cittadini ridotti alla fame o al suicidio.
Il Parlamento è il “pronto soccorso” dove il “bene
comune o se vi piace, la giustizia sociale”, arriva malato per farsi curare.
Ora immaginatevi che razza di accoglienza gli riservano i sanitari della
politica italiana, se impiegano mesi, anni o decenni litigando fra loro, prima
di stabilire quanto vantaggio personale ne traggono a curarlo, e quanto danno
possono arrecare agli avversari lasciandolo schiattare.
Danneggiare poche migliaia di persone con un
comportamento antisindacale è un illecito forse da codice penale. Immaginate
che razza di crimine commettono i politici che invece di assolvere alla
funzione di legislatori, cambiando le leggi sbagliate, tipo il “porcellum universalmente
criticato”, e migliaia di altre mostruosità giuridiche, si infilano la toga di
pubblici ministeri per processarsi e impedirsi reciprocamente di governare,
impoverendo così i 30 milioni di italiani di classe media e riducendo alla fame
20 milioni e passa di poveri.
La presenza di un Al Capone o di un Adolf Hitler nel
Parlamento Italiano può sindacarla solo la magistratura con tre gradi di
giudizio. Chiunque delegittimi un parlamentare anche solo un giorno prima,
delegittima quel pezzo di popolo sovrano che se lo è scelto come proprio
rappresentante politico: e questo potere non lo ha nemmeno il Presidente della
Repubblica e nemmeno tutte e cinque le alte cariche dello Stato in seduta
comune.
Solo una sbornia di demenza collettiva ha potuto
indurre i politici e i giornalisti a considerare per un ventennio la
legislatura un’appendice di campagna elettorale, dove continuare ad usare colpi
bassi per atterrare l’avversario con cui si aveva il dovere di dialogare. Come
se la politica degna di questo nome, non fosse altro che un bottino di guerra
fra opposti schieramenti armati di clava anziché di idee e progetti da mediare
e perfezionare.
Ora un semino di dialogo e con grande senso di unità
lo ha gettato il Presidente Napolitano incaricando l’unico politico di sinistra
che non studia la destra come un fronte nemico da bombardare. Speriamo che ci
sia gente capace di innaffiarlo; perché se tutti si dicono disposti a sostenere
qualunque Premier, purché realizzi gli otto punti di riforme di Berlusconi e
forse altrettanti di Grillo, e poi ci sono altri otto punti dei DS, è come
rimandare Enrico Letta all’asilo, e imporgli, per non sbagliare il compitino,
di farlo sotto dettatura di Berlusconi a destra, DS al centro e Grillo a
sinistra.
Perché se la politica dei veti incrociati continuerà
con questa musica che ha già distrutto l’Italia; tempo un anno e gli italiani
romperanno disco e giradischi.
P. S. : Coi tempi che corrono non si comprende davvero
più nulla. Ad una prima veloce lettura, ingannato dal bel titolo, pensavo che l’autore
del post volesse fare dell’ironia. Ma mi sbagliavo. Lo lascio, comunque, oltre
che a documentazione della mia distrazione, come un piccolo segno dei tempi!
F. V.
Nessun commento:
Posta un commento