Oggi non posso fare a meno di condividere il pezzo pubblicato su un blog che mi è molto caro: http://buchi-nella-sabbia.blogspot.it/
Spero che mi perdoni l' autrice per averla trascurata negli ultimi tempi:
martedì 10 settembre 2013
Porque a ortografia também é gente/Perché anche l'ortografia è una persona*
Per il momento, mi sembra di aver cominciato a trovare delle coincidenze - non saprei come altrimenti chiamarle - tra il linguaggio e la logica di alcuni protagonisti presenti (inclusi sia i soggetti al potere sia non pochi dei loro antagonisti) e quelli degli stati totalitari, ad esempio se si considera la predisposizione di entrambi a creare una rappresentazione del mondo funzionale ai propri obiettivi, impermeabile ai fatti e alle loro evoluzioni, e basata su una memoria storica vuoi selettiva vuoi alterata ad arte.
Considerando gli strumenti di cui mi posso avvalere, le conclusioni, se mai ce ne saranno, saranno lunghe a venire e sofferte, soffertissime. A proposito di linguaggio, ad esempio, leggendo il testo Victor Klemperer, repenser le langage totalitaire, sous la direction de Laurence Aubry et Béatrice Turpin, CNRS éditions, 2012, ho trovato, nello spazio di appena qualche pagina iniziale, perle come:
"un ou plusieurs membres des escouades, "squadri", du parti fasciste";
"Quella metà che vide definitiva la nostra feroce volontà totalitaria sarà perseguita con ancore maggiore ferocia";
"alla conquista plena, totalitaria de tutti le potere dello Stato";
"Der totale Staat wird keine Unterschied dulden"; e
"die liberale Machtstaaten".
Quelle souffrance.
*Não tenho sentimento nenhum político ou social. Tenho, porém, num sentido, um alto sentimento patriótico. Minha pátria é a língua portuguesa. Nada me pesaria que invadissem ou tomassem Portugal, desde que não me incomodassem pessoalmente. Mas odeio, com ódio verdadeiro, com o único ódio que sinto, não quem escreve mal português, não quem não sabe sintaxe, não quem escreve em ortografia simplificada, mas a página mal escrita, como pessoa própria, a sintaxe errada, como gente em que se bata, a ortografia sem ípsilon, como o escarro directo que me enoja independentemente de quem o cuspisse. Sim, porque a ortografia também é gente. A palavra é completa vista e ouvida. E a gala da transliteração greco-romana veste-ma do seu vero manto régio, pelo qual é senhora e rainha.
Bernardo Soares, Gosto de dizer
Non ho alcun sentimento politico o sociale. Eppure ho, in un certo
senso, un alto sentimento patriottico. La mia patria è la lingua
portoghese. Non m'importerebbe niente se invadessero od occupassero il
Portogallo, a condizione che non mi disturbassero personalmente. Ma
odio, con un odio vero, con l'unico odio che sento, non chi scrive male
il portoghese, non chi non sa la sintassi, non chi scrive con
un'ortografia semplificata, ma la pagina scritta male, come se fosse una
persona vera; la sintassi sbagliata come se fosse gente da picchiare; l'ortografia senza ipsilon come uno sputo diretto che mi fa schifo indipendentemente da chi sputa. Sì, perché anche l'ortografia è una persona. La parola è completa se vista e sentita. E la gala della traslitterazione greco-romana me la veste col suo vero manto regio, per il quale è signora e regina.
Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares, traduzione di María José de Lancastre e Antonio Tabucchi, Feltrinelli, 2003
Nessun commento:
Posta un commento