Un'altra puntata della sceneggiata.
Quanto ancora dovremmo sopportare le sparate di questo squallido mascherone e dei suoi tirapiedi?
Massimo Gramellini - Non video più
La prima volta che lo sentii gridare Forza Italia al riparo di una siepe di finti libri rilegati in pelle, ero preoccupato ma incuriosito. Ancora non sapevo che il set era stato montato in un cantiere: se la telecamera avesse allargato l’inquadratura, avremmo scoperto che la scrivania si affacciava su un cumulo profetico di macerie. Quell’uomo d’affari uscito da un telefilm degli Anni Ottanta rappresentava la novità, la sorpresa, per molti la speranza. Ma quando di lì a qualche mese lo rividi arringare il popolo da una videocassetta, lo stupore aveva già ceduto alla delusione. Il terzo filmato produsse sconforto, il quarto fastidio.
Non ricordo quando il fastidio si sia trasformato in
noia. Io e i suoi video siamo invecchiati insieme: a me cadevano i
capelli che crescevano a lui, nella mia libreria i volumi cambiavano
mentre nella sua erano sempre gli stessi, miracolosamente intonsi.
Logore, invece, le parole: promesse e minacce, sempre più vaghe.
Sempre meno riusciva a farmi sorridere e spaventare, alternando la
maschera tragica con quella comica sullo sfondo di arredamenti
barocchi e bandieroni pomposi.
Ora è tornato a Forza Italia, ma i suoi proclami mi rimbalzano addosso come palline di pongo scagliate da una fionda sfibrata. Vedo le rughe infittirsi, le labbra spezzarsi al pari della voce. Sento parole d’amore che sprizzano livore. Dovrebbe farmi paura e invece non mi fa neanche pena. Solo tanta tristezza: per lui, per me, per noi che da vent’anni scandiamo il tempo delle nostre vite con i videomessaggi di un tizio che ha sostituito la politica con l’epica dei fatti suoi.
(Da: La Stampa del 19 settembre 2013)
Antonio Padellaro - Qualcuno risponda al ricatto
Certo è che da ieri sera diventa assurda
qualunque ipotesi di concessione della grazia o di pene
alternative a chi si è divertito a sputare sulle sentenze e a
minacciare i giudici. Come può il Partito democratico restare
in maggioranza con il Pdl il cui proprietario resuscita la
vecchia Forza Italia con la evidente intenzione di far cadere
il governo Letta alla prima occasione propizia (per lui e i
suoi accoliti), per poi andare a elezioni anticipate e chiudere
la partita?
E come può Enrico Letta fare finta di niente,
pur sapendo che d’ora in poi avrà il nemico in casa disposto
a sfasciare i già malconci conti pubblici per un pugno di voti
in più?
Il video vaneggiamento di ieri ha chiarito una volta per sempre l’essenza deleteria delle larghe intese. Create per risolvere i gravi problemi della nostra economia, di problemi ne hanno risolti pochi. Ma come arma di ricatto hanno funzionato eccome. Del resto, sono vent’anni che la storia è sempre la stessa. Quella di un Paese ostaggio di un signore che ha fondato le sue fortune su comportamenti illeciti e delinquenziali, approfittando dell’assenza di un’opposizione sempre pronta, del resto, a correre in suo soccorso.
Adesso il segretario Pd Epifani definisce
“irresponsabili e sconcertanti” le affermazioni del
pregiudicato. Forse ha capito in quale trappola lui e i suoi
compagni si sono cacciati. Forse è troppo tardi.
(Da: Il Fatto del 19 settembre 2013)
Ha dimenticato di dire soltanto che è tutta colpa dei comunisti!
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