Alice Liddell ritratta da Carroll come una piccola mendicante |
Che rapporto avesse
Lewis Carroll con Alice Liddell resterà per sempre un mistero.
Resta il fatto che il reverendo Carroll il 24 dicembre 1864 regala
alla sua musa bambina il più straordinario libro di avventure che
sia mai stato scritto. E questo ci basta.
Enrico Remmert
Alice, il
Natale delle meraviglie
È il pomeriggio del 4 luglio 1862 e siamo a Folly Bridge, nei pressi di Oxford, in quel tratto del Tamigi che prende il nome di Isis. Sulle acque del fiume, proprio dove pochi mesi prima l’equipaggio dell’università locale ha vinto la tradizionale regata contro i rivali di Cambridge, si muove una piccola barca a remi.
A bordo c’è un
equipaggio stranamente assortito ma assai rodato, composto da due
uomini e tre bambine: le sorelle Lorina, Edith e Alice Liddell,
figlie del decano del Christ Church College, sono infatti in gita
insieme a due insegnanti della scuola nonché amici di famiglia,
il reverendo Robin Duckworth e il reverendo Charles Lutwidge
Dodgson (ovvero Lewis Carroll). Alice, che ha dieci anni, siede al
timone mentre le due sorelle di tredici e otto sono a prua.
Ai remi c’è
Duckworth e dietro di lui Carroll che, cappello di paglia in testa
e immancabili guanti, intrattiene tutti con le sue specialità:
giochi di parole, nonsense e indovinelli. Ma nel corso del
pomeriggio Carroll, incalzato dalle tre sorelline, comincia a
inventare una vera e propria storia con protagonista la sua
preferita, Alice, che inseguendo un coniglio nella sua tana si
trova scaraventata in un mondo fantastico, popolato da bizzarri
personaggi e sorprese di ogni tipo.
Alice Liddell ritratta da Carroll come una piccola mendicante |
La piccola musa
E fu proprio Alice che - secondo quanto raccontò Duckworth a Collingwood, primo biografo di Carroll - al ritorno dalla gita pregò: «Oh, Mr. Dodgson, vorrei tanto che trascriveste le avventure di Alice per me». Così quest’uomo timido e tormentato dalla balbuzie, che sembrava magicamente sparire solo quando parlava alle bambine, si buttò a capofitto nel libro, forte della sua grande padronanza della scrittura, già consolidata dalla pubblicazione di poesie e racconti ed esercitata compulsivamente in un epistolario che alla sua morte avrebbe contato la bellezza di 98.721 lettere.
I mesi passarono
finché, poco prima del Natale 1864, Alice ricevette in dono
Alice’s Adventures Underground (Le avventure di Alice
sottoterra), volume interamente manoscritto, illustrato e rilegato
dallo stesso Carroll. La dedica sul frontespizio recitava: «Un
regalo di Natale a una cara bambina in memoria di un giorno
d’estate».
Alice ovviamente adorò
il manoscritto, e lo stesso successe per le due sorelle e per i
figli del migliore amico di Carroll, George MacDonald, che erano
probabilmente stati i primi a leggerlo. Tutto quell’entusiasmo
aveva spinto Carroll a sviluppare i quattro capitoli originali,
aggiungendo nuovi personaggi ed episodi (ad esempio lo Stregatto e
il Tè dei Matti) per poi portare la nuova versione all’editore
Macmillan, che aveva già visionato quella precedente e ne era
rimasto folgorato.
Le illustrazioni
Le illustrazioni vennero commissionate a John Tenniel, uno dei più noti talenti dell’epoca, e nel 1865 uscì la prima edizione del libro, che in copertina recava un nuovo titolo, Alice’s Adventures in Wonderland, e la firma Lewis Carroll (lo pseudonimo che Dodgson usava fin dal 1856). Il resto è storia. Alice fu un classico da subito, tanto che ebbe tra i suoi lettori più entusiasti il giovane Oscar Wilde e la regina Vittoria (chissà come si divertì a leggere che il re e la regina «non sono che carte»).
In Italia il libro
apparve nel 1872, una delle prime traduzioni, a cui seguirono
negli anni quasi altre cento lingue. Ma Alice è un successo
assoluto e senza tempo: è stato illustrato dai più grandi (da
Arthur Rackham a Salvador Dalí, fino alla più talentuosa
illustratrice contemporanea, Rebecca Dautremer), ha ispirato
fumetti, canzoni, videogiochi e quasi una trentina di film (senza
contare la serie televisiva Once upon a time in Wonderland,
trasmessa lo scorso anno dalla rete televisiva americana Abc).
Il manoscritto ha una
storia più triste: come è noto Alice Liddell e Carroll ruppero
bruscamente i loro rapporti pochi mesi dopo quello straordinario
regalo, lei bruciò tutte le sue lettere e lui fece sparire le
«brutte copie». Sui motivi della rottura esiste ogni illazione
possibile, nessuna verificabile.
Non sappiamo neppure
quali fossero i sentimenti di Alice quando nella primavera del
1928, gravata dagli anni e dalle difficoltà economiche, fu
costretta a vendere il manoscritto. Sappiamo però che fu battuto
all’asta da Sotheby’s e aggiudicato per 15.400 sterline, ai
tempi il prezzo più alto mai pagato per un manoscritto. Comunque
sia, se il 2015 sarà l’anno ufficiale di Alice, in realtà è
in questo Natale che il libro compie 150 anni. Perciò buon
compleanno, Alice. (Anzi: buon noncompleanno).
La Stampa – 18 dicembre
2014
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