Come tutti i canti di
trincea, quelli della prima Guerra Mondiale sono canzoni nate anonime, diffuse
tra i soldati per naturale contagio. Erano cantate durante le marce, nei turni
di riposo e talvolta in prima linea.
Sono canzoni un po' lagnose
perché vissute in un habitat da talpe, tra fango e pidocchi, e perché
riflettano la lontananza degli affetti.
Sotto l’aspetto etnografico
e della storia sono una documentazione di alto interesse. Anche ad esse bisogna
attingere per determinare gli atteggiamenti psicologici dei soldati che di
quella guerra fecero parte.
Molte di queste canzoni
costituiscono un patrimonio ancora vivo con il loro contenuto patriottico e
qualche volta satirico.
La penna nera o Sul Cappello che noi portiamo.(1) E’ la tipica canzone degli
alpini. La penna è il simbolo dell’aquila che domina gli abissi.
Sul ponte di
Bassano (2)
L’autore immagina di scambiare con una ragazza una stretta di mano ed un bacon
d’amore. L’amore tra il soldato e la ragazza, dopo la casta descrizione della
prima strofa, ha uno sviluppo aperto a diverse soluzioni.
Il testamento
del Capitano (3).
La storia di un capitano che, non avendo altri beni che il suo corpo, prima di
morire, lascia il suo testamento spirituale oltre che retorico. Si intuisce
anche la critica che i soldati fanno sull’equipaggiamento distribuito: mancano
le scarpe e quelle distribuite sono poco resistenti.
La tradotta. (4) C’è la tradotta che
parte dal fronte per andare a casa e c’è la tradotta che parte da casa per
riportare al fronte. Una tipica, triste canzone da fiume Piave che parla di
morte.
O Dio del
Cielo.(5)
Esistono diverse versioni , alcune con versi ripetuti e modulati. Tutte parlano
del desiderio di tramutarsi in rondone per raggiungere l’amata alla fontana per
poi invitarla a prendere il fucile.
Aì preàt la
biele stele.(6)
Non è una canzone nata nel fango delle trincee o nelle bisbocce delle retrovie.
E’ un canto che, sorto nelle vallate friulane, sa di neve, di aria pura e di
stelle E’ una preghiera di pace.
Dove sei stato
mio bell’alpin ?.(7) Alla domanda si risponde con una litania di luoghi di battaglie e
di sofferenze.
Montenero o Monte rosso e Monte nero. (8) Pur rispettandone l’essenza, sono sempre
del Terzo Reggimento Alpini, la canzone subisce diversi ritocchi. La data di
battaglia cambia secondo l’esperienza vissuta. Tutte terminano con il
colonnello che piange nel vedere i suoi alpini morire.
Quel Mazzolin
di fiori.
Il primo contenuto dei canti di trincea è L’amore. E’ uno dei motivi più famosi. Diffusissimo nel Nord Italia, in
ogni regione presenta, però, varianti non trascurabili.
Canto Alpino della I guerra mondiale
[1916]
Tapum è una delle più note canzoni della Grande guerra, nata nelle trincee italiane. Il ritornello è ispirato al rumore degli spari della fucileria austro-ungarica. L'attribuzione della paternità della canzone è tuttora irrisolta. Alcuni l'attribuiscono ai minatori durante il traforo della galleria del San Gottardo, mentre altri a Nino Piccinelli di Chiari.
Il titolo della canzone originale era senza il trattino; quindi: ta pum A quel tempo tra gli uomini di bassa cultura i segni di punteggiatura non erano insegnati e quindi poco frequenti. Questo è il motivo perché ta pum si scrive senza trattino (alto - )
TA PUM
Venti giorni sull'Ortigara
senza cambio per dismontà
Tapum, tapum ...
Con la testa pien de peoci
senza rancio da consumà
Tapum, tapum ...
Quando noi siam scesi al piano
battaglione non ha più soldà
Tapum, tapum...
Battaglione di tutti morti
a Milano quanti imboscà!
Tapum, tapum ...
Dietro il ponte c'è un cimitero
cimitero di noi soldà
Tapum, tapum ...
Quando sei dietro quel muretto
soldatino non puoi più parlà
Tapum, tapum ...
Cimitero di noi soldati
forse un giorno ti vengo a trovà
Tapum, tapum ... [*]
Variante:
Cimitero di fanteria
forse un giorno ci vengo a cuccà
Tapum, tapum ...
senza cambio per dismontà
Tapum, tapum ...
Con la testa pien de peoci
senza rancio da consumà
Tapum, tapum ...
Quando noi siam scesi al piano
battaglione non ha più soldà
Tapum, tapum...
Battaglione di tutti morti
a Milano quanti imboscà!
Tapum, tapum ...
Dietro il ponte c'è un cimitero
cimitero di noi soldà
Tapum, tapum ...
Quando sei dietro quel muretto
soldatino non puoi più parlà
Tapum, tapum ...
Cimitero di noi soldati
forse un giorno ti vengo a trovà
Tapum, tapum ... [*]
Variante:
Cimitero di fanteria
forse un giorno ci vengo a cuccà
Tapum, tapum ...
Altra versione:
Venti giorni sull’Ortigara
senza il cambio per dismontà
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
E domani si va all'assalto,
soldatino non farti ammazzar,
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
Quando poi si discende a valle
battaglione non hai più soldà.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
Nella valle c'è un cimitero,
cimitero di noi soldà.
ta pum ta pum ta pum..
ta pum ta pum ta pum
Cimitero di noi soldà
forse un giorno ti vengo a trovà.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
Ho lasciato la mamma mia,
l'ho lasciata per fare il soldà.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
Quando portano la pagnotta
il cecchino comincia a sparar.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
Battaglione di tutti i Morti,
noi giuriamo l'Italia salvar.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
grazie per questa nuova segnalazione!
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