Magic in the
Moonlight, ultima opera di Woody Allen, è un film meno “leggero”
di quanto possa sembrare a una visione superficiale. E questa
intervista lo conferma.
Magico Woody: "Uso
trucchi da prestigiatore per beffare la morte"
Intervista di Arianna
Finos
Il gelo di New York non
aiuta l'umore di Woody Allen. Mentre sugli schermi esce Magic in the
moonlight , ambientato in una calda estate provenzale, lui sospira
ironico al telefono: "Fa freddo e non mi piace, sto finendo di
girare il nuovo film". Nella commedia romantica l'arrogante
illusionista Colin Firth è impegnato a smascherare la seducente
medium Emma Stone.
Allen, il suo cinema è pieno di maghi e prestigiatori.
"Sì. Stavolta sono
partito dalle gesta di Houdini, famoso per aver smascherato falsi
medium. Nell'America anni
Venti erano molti: rubavano i soldi alla gente fingendo di comunicare
con i morti, predire il futuro, possedere strani poteri. Gli
intellettuali e gli scienziati potevano essere raggirati, gli
illusionisti no".
Lei era appassionato fin da bambino di trucchi magici.
"Facevo pratica per
ore. Mi piacevano la scatola cinese, i trucchi con le carte e tutto
l'armamentario. Ero bravo a fare le cose che si fanno quando sei
solo. Chiuso in camera a suonare jazz al clarinetto, scrivere,
provare giochi con le carte o le monete. Mi piacevano, quando
mostravo i giochi agli amici, le reazioni entusiaste. In fondo il
regista è un illusionista, usa gli stessi trucchi: convince il
pubblico e poi lo sorprende, lo illude che quello che c'è sullo
schermo è vero".
Il film suggerisce che l'unica magia della vita è l'amore.
"Fortunatamente
quando ci si innamora ci si appassiona. Incontri qualcuno e una
piccola magia ti attraversa. La vita è tragica e senza significato,
lo si capisce presto. Dio non esiste. Per sfuggire alla depressione,
alla paura, si cerca qualcosa che ci faccia sentire meglio. Alcuni
pensano che l'arte sia la risposta: io muoio ma la mia arte vivrà
per sempre e altre sciocchezze. I cattolici pensano: io muoio, ma la
mia anima vivrà per sempre. Altri cercano nuove strade per il
conforto".
Perché così scettico sulle religioni?
"Non sono contro la
fede individuale. Non ho questo tipo di sentimenti, ma li rispetto.
Ma le organizzazioni religiose sono terribili, con i loro precetti, i
capi eleganti che sanno quel che Dio vuole fingendo di avere le
risposte. Possono essere responsabili di gesti orrendi, ruberie,
omicidi".
Quando ha perso le illusioni?
"Molto presto. Ero
un bimbo quando ho scoperto che non c'era Babbo Natale e non c'era
Dio, nessun uomo con la barba che vegliava sul mondo e aveva creato
le cose. Sono cresciuto troppo in fretta. È spaventoso rendersi
conto che non c'è nient'altro fuori da te. L'unica cosa che puoi
decidere è vivere la tua vita in modo etico, morale. Non perché hai
paura di andare all'inferno o c'è qualcuno che veglia su di te.
Perché è buono in sé e non per compiacere un'immaginaria figura
paterna".
Condivide la fede del suo personaggio nella scienza?
"Sì. Non ha tutte
le risposte, ma è il meglio che l'uomo possa fare. La scienza ci
procura le medicine, la tecnologia, lo sciacquone del bagno... Ci fa
capire cos'è l'universo, da dove veniamo. E c'è un progresso
costante di invenzioni e scoperte che ci aiutano a vivere una vita
migliore. Le risposte più giuste che può fornire la razza umana le
ha trovate la scienza"
Quali sono i momenti magici della sua vita?
"Quando incontro
qualcuno e m'innamoro, quando i bambini fanno qualcosa che mi
stupisce, quando suono. Quando guardo una partita ho momenti di
estasi. Ma so che sono piccole oasi nel deserto della tragedia. Ci
sono momenti della vita che sono meravigliosi, la vita non lo è. È
un deserto pieno di polvere, esplosioni, morte, violenza. Il meglio
che puoi fare è godere dei fuggevoli momenti di meraviglia, perché
la vita va avanti, che tu voglia o no".
Il consenso di Obama, che lei ha sempre sostenuto, è ai minimi storici.
"Penso che sia una
vergogna per gli Stati Uniti. Obama è un grande presidente.
Intelligente, onesto, perbene. Ha avuto l'incarico in un momento
terribile sul fronte economico e internazionale. Ha fatto qualche
errore, come tutti. Ma lo voterei ancora, se si candidasse".
Perché la gente gli ha voltato le spalle?
"Penso che il suo
staff abbia perso la guerra mediatica. Non ha saputo esaltare le cose
buone che aveva fatto in materia di sanità, istruzione, ambiente. Lo
scrittore Henry Louis Mencker diceva che il pubblico americano non è
mai stato esempio di buone scelte. Coloro che Obama ha aiutato
ora gli sono contro perché non capiscono che dai prossimi non
avranno benefici ma ferite. Obama sarà molto rimpianto. E se non
avesse avuto un'opposizione repubblicana così feroce, avrebbe fatto
cose meravigliose per il nostro paese".
La Repubblica – 21 novembre 2014
Nessun commento:
Posta un commento