15 giugno 2018

MORTI IN MARE


I morti in mare, la logica di destra da illecito di pericolo, le contraddizioni di Salvini , il silenzio di Conte

di Marco Mantello

Oggi le politiche di destra di mezza Europa mirano anche a questo: fondare e potenziare una società di diritto penale, in base alla massima estensione possibile di illeciti di pericolo. La logica è: si punisce o si sottopone a controllo di polizia qualcuno per il fatto che aumenta il rischio di una lesione effettiva di un bene della vita con la sua condotta, ovvero  anche in assenza di lesioni materiali e effettive di quel bene. La logica da illecito di pericolo diviene logica di destra, e fascismo del quotidiano, nel momento il cui il fine di un governo o di una legislazione è estenderla fino al futile o al metafisico.
Il modello nazi-bavarese estende la paranoia addirittura fino al caso estremo e appunto metafisico della “minaccia di un pericolo”, come base di nuovi poteri di polizia nel controllo del territorio. La terra, il sangue, il pericolo del sangue, la minaccia di macchiare il parquet di casa…
E in Italia? In Italia la lega ha concorso ha creare una riforma patetica della legittima difesa in caso di violazione di domicilio, con un goffo tentativo di sottrarre al giudice di una causa per omicidio preterintenzionale o eccesso di legittima difesa la verifica di un rapporto di proporzionalità fra difesa e offesa. In termini più chiari: se parliamo di furti in casa o di pirati della strada un leghista senza debiti con nessuno è mediamente assillato dalla paura del pericolo a casa sua e nel tempo propugnerà sempre maggiori estensioni della logica da illecito di pericolo e controlli di polizia a tutti i rami del quotidiano. Hai creato un mero pericolo  al mio Suv toccandolo in retromarcia? Bene, in galera.
In realtà la logica dell`illecito di pericolo è da sempre un pericolo per la libertà e la salute mentale delle persone stesse che la invocano e  va  rigorosamente circoscritta a casi davvero importanti dove sono in gioco beni primari come ad esempio la vita umana, essa non può e non deve fondare una vita quotidiana  del tipo: “Sei passato col rosso a due metri da me e ho avuto un attacco di panico perché pensavo potessi investirmi: in galera!”. La logica dell`illecito di pericolo va circoscritta il più possibile a dove davvero serve, cioè a rari casi eccezionali e tassativi, se non vogliamo vivere in una società dominata dalla delazione e dai controlli di polizia, non può diventare una logica del vivere sulla terraferma.
Questo vale per la terra. Per il mare le cose sono in parte diverse, cari amici del Club nautico Carl Schmitt, il mare non è la terra, il suo regno non appartiene agli spiriti pacifici delle correnti. Qui la domanda che porrei al senso della vergogna di Matteo Salvini e ai meditati silenzi di Conte è: lasciare della gente in mare su una nave a tempo indeterminato, o navi con cadaveri nelle stive, come è pure successo in questi giorni, accresce il pericolo, o addirittura minaccia il pericolo anche per il futuro di produrre morti in mare? Si o no? Qui non conta il fatto che ci siano stati o ci potessero essere dei morti a causa della chiusura di porti, minacciata o effettiva, qui la condotta del ministero e del governo è inaccettabile perché si aumenta il pericolo di una lesione alla vita umana, sì o no?
Seconda domanda: la logica dell`illecito di pericolo dovrebbe essere alla base dei soccorsi in mare e obbligare un governo o un ministero a condotte consone?
Per me sì, in questo caso sì, non basta dire che non è morto nessuno e che al massimo i passeggeri della “crociera” si fanno un viaggio fino a Malta o in Spagna, perché qui sono in gioco  beni fondamentali della persona che devono essere tutelati già prima di una loro lesione effettiva. Non basta che non ci siano stati ancora morti in mare per negare il soccorso o ritardarlo o interromperlo. Questo a mio avviso è già un crimine, a prescindere dal fatto che l´Italia sia colpevole in base a norme di diritto internazionale o meno.
In questi giorni abbiamo assistito alla smentita in mare della logica da illecito di pericolo o da minaccia di un pericolo in un caso in cui andava invocata, da parte dei suoi massimi difensori in terra, i leghisti e i loro Suv graffiati da ignoti ai parcheggi auto. Per questa gente e forse per molti grillini, per i tanti  cultori de la Verità che la vorrebbero applicata a casa propria sulla terraferma,  o magari in crociera, questa logica non vale se si tratta di negare l`attracco a un porto a una nave di migranti, o portare a termine un`operazione di soccorso. Qui il pericolo creato alla vita umana o la minaccia di un pericolo non valgono più come parametri di condotta dovuta da un governo, e meno che meno si percepisce che minacciare di chiudere i porti aumenta il pericolo di morti in mare anche per i casi futuri.
Oggi sembra che l`Italia e il suo governo possano creare pericoli alla vita umana, laddove si ignora la logica da illecito di pericolo o da minaccia di un pericolo in un caso dove dovrebbe valere la massima tutela possibile, anche a livello penale. Col paradosso che dove un problema di pericolo si pone veramente (navi in mare) e rispetto a beni fondamentali (vita delle persone, salute), nessuno dice un cazzo. Magari qualcuno in futuro lo farà per un Suv rigato in un parcheggio auto, invocando la galera per un guidatore che tocca la sua macchina uscendo in retromarcia e non lascia il bigliettino sul parabrezza coi dati di recapito.
Eccole le contraddizioni. Il fanatismo della legalità oggi in Italia è questo.

Articolo ripreso da pubblicato venerdì, 15 giugno 2018

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