23 giugno 2018

PASOLINI, CHICCO DI GRANO (Loretta Fusco)



Pasolini, un uomo che abbiamo avuto la fortuna d’incontrare, accostandoci umilmente a lui e al suo pensiero. Profeta, sì, checché ne dicano studiosi e detrattori anche perché le sue realistiche previsioni lo testimoniano, nonostante le obiezioni mossegli d’inattualità per essere ‘del suo tempo ma non nel suo tempo’.

Profeta biblico nel senso che non prevedeva il futuro ma era questo a svelarsi nelle sue disamine, e il suo sguardo desolato al presente ormai privo della sacralità immolata sull’altare dei finti miti del consumismo era la cifra con la quale misurava l’allontanamento ormai definitivo dal mondo del passato:

 
“Non piango perchè quel mondo non torna più, ma piango perchè il suo tornare è finito”.

Il gettare il corpo nella lotta era la risposta alle sue infinite contraddizioni, impossibile da catalogare perché sfuggiva a qualsiasi logica e strumentalizzazione.
Si sentiva solo, gettato nel mondo, lamentava il trauma della perdita e percepiva il mondo come ostile:

 
“La morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter più essere compresi”.

Ma il consacrarsi è la sua condizione essenziale, il grembo e il seme, metafore che riassumono tutto il senso della sua esistenza, splendidamente espresso in una delle più alte poesie da lui scritte IL DÍ DA LA ME MUÀRT, in lingua friulana. 


Loretta Fusco
 

Ta 'na sitàt, Triès o Udin,
ju par un viàl di tejs,
di vierta, quan'ch'a múdin
il colòur li fuejs.
un al à vivùt,
cu' la fuàrsa di un zòvin omp
tal còur dal mond,
e al ghi deva, a chej pucs
òmis ch'al cognosseva, dut

Po', par amòur po'di chej ch'a erin zuviníns
cu'l suf tal sorneli
coma lui fin a puc prin
che tal so ciaf li stelis
a cambiàssin la so lus -
as vorès volùt dà la so vita par dut
il mond scunussút,
lui, scunussút, píssul sant,
gragnèl pierdút tal ciamp.

E invessi al à scrit
poesia di santitàt
crodínt che cussí
il còur al doventàs pí grand.
I dis a son passàs
a un lavoru ch'al à ruvinàt
la santitàt dal so còur:
il gragnèl a no'l è muàrt
e lui al è restàt bessòul.

P. P. Pasolini da: La nuova gioventù, Einaudi 1975.

1 commento:

  1. Pasolini è un faro e una risorsa continua a cui attingere soprattutto in momenti bui come questi.

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