22 settembre 2018

A. FINI, Le tue mani



Le tue mani strette
alle mie caviglie
sono ciotoli immobili
Il resto della corrente
fluida gorgoglia
una simil risacca
affonda il pensiero
al mare
in cui sciogliere
ogni catena
di argine o tronco
a deriva
piccoli mulinelli
schizzi di pesci
E I riflessi della luce
sull'acqua
cangianti come
crema di gelato
colano dalla vista
Ma le tue mani
strette alle caviglie
come lapidi
su un sangue fermo
così indaco e leggero
le gambe volano
e le dita
disperdono le
ragioni
nella luce circolare
del loro eterno
specchio salato
mentre gli
argini della bellezza
piegano
piccoli fiori
viola e rossi
in un soffio
appena
percettibile


Alessandra Fini

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