Le tue mani strette
alle mie caviglie
sono ciotoli immobili
Il resto della corrente
fluida gorgoglia
una simil risacca
affonda il pensiero
al mare
in cui sciogliere
ogni catena
di argine o tronco
a deriva
piccoli mulinelli
schizzi di pesci
E I riflessi della luce
sull'acqua
cangianti come
crema di gelato
colano dalla vista
Ma le tue mani
strette alle caviglie
come lapidi
su un sangue fermo
così indaco e leggero
le gambe volano
e le dita
disperdono le
ragioni
nella luce circolare
del loro eterno
specchio salato
mentre gli
argini della bellezza
piegano
piccoli fiori
viola e rossi
in un soffio
appena
percettibile
Alessandra Fini
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