Il loro razzismo, il nostro digiuno
Ue e Italia, come noto, continuano a versare miliardi di euro a Turchia, Libia, Tunisia, Algeria e Marocco perché trattengano i migranti nei loro paesi. Meloni e Von der Leyen non hanno avuto il minimo tentennamento a stringere accordi anche la dittatura egiziana (Regeni chi?). L’UE ora punta a Mauritania e Senegal perché si è accorta che i migranti dell’Africa occidentale hanno trovato un’altra rotta, quella delle Canarie, per arrivare in Europa: una rotta ancora più micidiale perché vengono utilizzati barchini da pesca che non reggono nell’Oceano Atlantico. In vista delle elezioni europee l’Italia ha infine pagato l’Albania perché costruisca CPR e hot-spot. Tutto questo, ricorda Alex Zanotelli, ha un nome: razzismo istituzionale
Il profeta Isaia ricorda ai credenti che la credibilità della fede si misura non sui riti che celebriamo, ma sul nostro impegno per la giustizia e la difesa dei deboli, degli oppressi, degli impoveriti… Le comunità cristiane in Italia hanno appena finito di celebrare i solenni riti della Settimana Santa, ma ci siamo accorti di vivere in un paese, dove anche oggi, continuiamo a crocifiggere Gesù nella carne dei migranti e dei profughi? Ecco perché sentiamo il dovere morale di continuare con il Digiuno di Giustizia in solidarietà con i migranti (l’ultimo appuntamento si è svolto il 3 aprile pomeriggio, in piazza Santi apostoli a Roma).
Il nostro digiuno, aperto a tutti, è un gesto di protesta contro le politiche xenofobe e razziste dell’“esternalizzazione delle frontiere“ che sia la UE come il governo Meloni continuano a perseguire.
In questi anni hanno versato miliardi di euro alla Turchia, alla Libia, alla Tunisia, all’Algeria e al Marocco perché trattengano i migranti nei loro paesi. Il 17 marzo scorso abbiamo assistito al triste spettacolo del tandem Meloni-Von der Leyen e altri quattro capi di stato europei far visita al Cairo al sanguinario dittatore egiziano, responsabile anche della morte di Giulio Regeni, per offrirgli 7,4 miliardi di euro perché trattenga in Egitto i migranti che tentano di arrivare in Europa. Lo stesso la UE lo sta ora imitando con la Mauritania e il Senegal perché si è accorta che i migranti dell’Africa occidentale hanno trovato un’altra rotta, quella delle Canarie, per poi arrivare in Europa: una rotta ancora più micidiale perché i migranti usano i barchini da pesca del Senegal, che non reggono nell’Oceano Atlantico e sono tantissimi i morti. L’UE sta promettendo milioni di euro anche alla Mauritania perché trattenga migranti nel suo paese!
Intanto la presidente del Consiglio Meloni sta dando vita a una nuova forma di “esternalizzazione delle frontiere”, esportando i migranti che arrivano nel nostro paese verso l’Albania. Il governo ha fatto un accordo con il governo albanese per costruire a Gjader due centri, un CPR e un hot-spot, che dovrebbero ospitare oltre un migliaio di migranti. Sono previsti 34 milioni solo per l’ente gestore… Esperti affermano che il costo complessivo di questa operazione potrebbe aggirarsi alla fine sugli 800 milioni di euro. Un migrante in un hot-spot in Italia costa 30 euro al giorno, in Albania costerebbe 100 euro al giorno, secondo Gianfranco Schiavone dell’ASGI. Ma perché tutto questo dispendio di soldi? Il governo di ultradestra di Giorgia Meloni, pura espressione del “suprematismo bianco”, vuole collocare i migranti, neri o arabi, il più lontano possibile. È puro razzismo! Ci ha provato il governo inglese tentando di inviare migranti in Ruanda, ma ha fallito. Meloni vuol dimostrare in Europa che si può fare. È il suo spot elettorale per le elezioni europee. Per questo vuole che tutto sia pronto in Albania entro maggio, ma i lavori non sono ancora iniziati.
“Una nuova sconfitta della democrazia”, dice il gesuita Gian Carlo Perego della Migrantes della CEI. Soldi che potevano rigenerare non solo la vita di molte persone, ma anche la vita delle nostre comunità. 673 milioni di euro veramente “buttati a mare” per l’incapacità di governare le migrazioni.
Nessun commento:
Posta un commento