Massimo Carminati
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“È la teoria del mondo di mezzo compà. …. ci stanno . . . come si dice . . . i vivi sopra e i morti sotto e noi stiamo nel mezzo … e allora …. e allora vuol dire che ci sta un mondo… un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano… come è possibile… che ne so… che un domani io posso stare a cena con Berlusconi”. Parola di Massimo Carminati, ex terrorista di estrema destra dei Nar ed ex membro della Banda della Magliana, numero uno dell’organizzazione criminale decapitata dagli uomini del Ros.
Un gruppo, chiamato Mafia Capitale, capace di infiltrarsi e fare business nella gestione dei centri accoglienza per immigrati e dei campi nomadi, di finanziare cene e campagne elettorali, come quella dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, tramite la Fondazione Nuova Italia di cui l’esponente di Fratelli d’Italia è presidente. Ma anche di coinvolgere nella loro rete politici di destra e di sinistra. Come, oltre all’ex primo cittadino dell’Urbe (indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso), anche Mirko Coratti (Pd), presidente dell’Assemblea Capitolina, che si è subito dimesso. Non solo. Nella rete anche due consiglieri regionali, uno dem (Eugenio Patanè) e l’altro di Forza Italia (Luca Gramazio), e l’assessore alla casa Daniele Ozzimo (Pd). Che si è dimesso dicendo: “Sono estraneo ai fatti ma per senso di responsabilità rimetto il mio mandato”. Sullo stesso tono la dichiarazione di Alemanno: “Chi mi conosce sa bene che organizzazioni mafiose e criminali di ogni genere io le ho sempre combattute a viso aperto e senza indulgenza. Dimostrerò la mia totale estraneità ad ogni addebito e da questa incredibile vicenda ne uscirò a testa alta. Sono sicuro che il lavoro della magistratura, dopo queste fasi iniziali, si concluderà con un pieno proscioglimento nei miei confronti”.
2 dicembre 2014, Il Fatto Quaotidiano
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SULL'ACCOGLIENZA IMMIGRATI
Il “sodalizio mafioso” al cui vertice, secondo le indagini, ci sarebbe l’ex Nero della banda della Magliana e l’ex Nar Massimo Carminati aveva messo in piedi “un sistema corruttivo finalizzato ad ottenere l'assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici dal Comune di Roma e dalle aziende municipalizzate”. Tra questi appalti anche quelli relativi alla gestione dei Centri di accoglienza degli immigrati.
Le indagini si sono concentrate negli anni che vanno dal 2011 al 2013. Sono gli anni di quella meglio nota come Emergenza Africa, quando, in seguito alle Primavere arabe l’Italia accolse circa 80 mila tra immigrati, profughi e richiedenti asilo. Anche allora, come adesso, fu programmato un sistema di accoglienza con bandi e gare d’appalto lanciati dal ministero dell’Interno ma poi gestiti a livello locale da comuni e prefetture. Un piatto ricco. Anzi ricchissimo che prevedeva l’assegnazione ai privati, per lo più cooperative, di 60 euro al giorno per ciascun adulto e 85 euro per i minori. Per dare un’idea, esattamente il doppio di quello che prevedono gli attuali bandi di gara per l’emergenza Mare Nostrum/Triton. Il sodalizio “criminale” sarebbe stato decisivo per far assegnare i bandi di gara per l’emergenza immigrati a soggetti e cooperative amiche.
Le indagini, e soprattutto le intercettazioni, assegnano un ruolo di primo piano nel settore cosiddetto sociale - uno dei tanti a cui era dedita la cupola guidata da Carminati - al potentissimo Luca Odevaine, ex vice capo di gabinetto nella giunta Veltroni ed ex comandante della polizia provinciale e ora presidente della Fondazione, attiva sempre nel sociale, Integra/azione. Odevaine, in carcere con l'accusa di corrusione aggravata, era "il soggetto istituzionale che regolarmente sedeva al tavolo misto MInistero dell'Interno, prefettura e Comune dove venicano smistati i fondi per l'accoglienza immigrati". A quel tavolo Odevaine già decideva, secondo l'accusa, truccando le gare d'appalto le cooperative che avrebbero beneficiato dei fondi. Nel network di Carminati e soci c'era molto spazio per le cooperative dedicate a profughi, rom, pulizie settori dove i fondi pubblici, nonostante la crisi, continuano ad essere assegnati.
Magari è solo una suggestione ma non può sfuggire il fatto come organizzazioni legate alla destra siano state in prima fila nelle ultime settimane quando le periferie si sono incendiate proprio per “problemi” nati intorno ai centro di accoglienza per i profughi. Le indagini del Ros fissano la loro attività di ricerca al 2013. Escludendo quindi l’attuale gestione dei profughi.
Di certo l’emergenza Africa 2011-2013 ha avuto a disposizione milioni di euro di fondi in tutta Italia. Una ricchezza di risorse in cui Carminati e soci avrebbero trovato il modo di fare ricchi affari relativamente ai centri di Roma e Latina. Nelle pagine dell’ordinanza si spiega come l'ex ad dell'Ente Eur, Riccardo Mancini, e l'ex amministratore di Ama, Franco Panzironi (entrambi arrestati) siano i “pubblici ufficiali a libro paga che forniscono all'organizzazione uno stabile contributo per l'aggiudicazione degli appalti”. I due manager si adoperavano, stando all'accusa, anche per “lo sblocco dei pagamenti in favore delle imprese riconducibili all'associazione e tra il 2008 e il 2013 come garanti dei rapporti dell'associazione con l'amministrazione comunale”. Un terzo manager, Fabrizio Franco Testa, per l’accusa avrebbe avuto il ruolo di “testa di ponte dell'organizzazione nel settore politico e istituzionale” e come tale “si sarebbe occupato soprattutto della nomina di persone gradite al sodalizio in posti chiavi della pubblica amministrazione"
Da http://www.huffingtonpost.it/2014/12/02/massimo-carminati-arrestato-fondi-profughi_n_6254214.html
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