06 giugno 2018

In memoria di Sacko Soumayla

Tegu dumno abada

In memoria di Sacko Soumayla,
migrante maliano assassinato in Italia.

“un albero cresce sulla terra fertile
che mani umane creano frantumando l’arenaria”

La parola affonda le sue radici
nella terra e nel cielo.
Le pietre fuggono strillando.
Le ombre rotolano sulle nuvole.
A ogni battito del cuore del vento
la parola si diffonde.

*

Le cascate affilano il profilo della montagna.
L’uomo cammina sui passi della donna.
La vita si insinua nell’ombra appena nata.
Così ogni cosa modella la sua forma sulla parola.

*

“la parola, che non muore mai”

Come un arcipelago
nascono le montagne sulla sabbia
desiderose della frase
che io coltivo
dall’una all’altra alba.

*

“ogni mattina tu scopri qualcosa di nuovo,
poiché infinita è la parola”

Tra l’acqua e l’ombra
la montagna esita.
Tra la prima e la seconda parola
la vita si inginocchia
e si disseta.

*

Ha ali più robuste l’orizzonte
e la notte palpebre più pesanti
del vento della parola
che brama
il centro delle cose?

*

“i bambini, l’uccello e l’albero
sono parole infinite

L’albero ha sognato
che la montagna aveva dei fiori:
gli uomini e gli uccelli.
Nei loro becchi, sulle loro labbra
il polline indomabile della parola.

Yves Bergeret
Tegu dumno abada, 2008
(La parola non muore mai)
Traduzione di Francesco Marotta
Testo ripreso da https://rebstein.wordpress.com/2018/06/06/tegu-dumno-abada/

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