Dal blog http://lapoesiaelospirito.wordpress.com questa mattina voglio condividere un breve pezzo di uno scrittore che stimo
sempre di più:
FRANCO ARMINIO – AUTISMO
CORALE
Da alcuni anni parlo di “autismo
corale”. L’autismo corale è il clima morale e antropologico in cui è nata e si
è sviluppata un’azienda rabbiosa fondata da un energico personaggio televisivo.
L’autismo corale ci dice in sostanza che la società è in via di sparizione e con esso la politica, che da sempre si dà il compito di organizzare la società.
La rete è una grande rivoluzione perchè abolisce lo spazio e il tempo. La democrazia non c’entra niente con la rete. Qui si produce una nuova teologia. Ogni post è una sorta di miracolo minore per adire alla via della fama. Ma qui non si parte alla pari. Se io metto una mia foto su facebook prendo venti “mi piace”. Saviano ne ha presi ventimila. La rete non è altro che il luogo in cui si amplifica l’autismo corale, che a sua volta non è altro che la fase terminale del capitalismo. Grillo e Berlusconi passeranno e il problema non è inseguirli, ma costruire con pazienza, giorno dopo giorno, nuclei di verità e di vita comunitaria. Bisogna anche sapere che sono esperienze labili, provvisorie, ma sono le uniche che ci possono consentire di uscire da questa allucinazione collettiva che ha inoculato nel singolo cittadino la paranoia della casta.
Il capo di un movimento che non c’è vuole demolire i capi di partiti che non ci sono. La battaglia si trasforma inevitabilmente in una gigantesca fiction ed è diventata subito un nuovo genere televisivo che ha invaso i palinsesti dal giorno dopo le elezioni di febbraio 2013. Non siamo andati a votare per dare un governo al paese, ma per creare un nuovo genere di intrattenimento. In fondo da questo punto di vista Grillo continua a fare il suo mestiere e pure Berlusconi. Chi è fuori luogo in questa dinamica è la sinistra, non a caso brutalmente accantonata quando ancora si presenta come tale. Per vincere in questo nuovo reality che è il governo del paese da quelle parti si invoca un nuovo giocatore, il sindaco di Firenze, titolare dalla giusta evanescenza per governare una società irreale.
L’autismo corale ci dice in sostanza che la società è in via di sparizione e con esso la politica, che da sempre si dà il compito di organizzare la società.
La rete è una grande rivoluzione perchè abolisce lo spazio e il tempo. La democrazia non c’entra niente con la rete. Qui si produce una nuova teologia. Ogni post è una sorta di miracolo minore per adire alla via della fama. Ma qui non si parte alla pari. Se io metto una mia foto su facebook prendo venti “mi piace”. Saviano ne ha presi ventimila. La rete non è altro che il luogo in cui si amplifica l’autismo corale, che a sua volta non è altro che la fase terminale del capitalismo. Grillo e Berlusconi passeranno e il problema non è inseguirli, ma costruire con pazienza, giorno dopo giorno, nuclei di verità e di vita comunitaria. Bisogna anche sapere che sono esperienze labili, provvisorie, ma sono le uniche che ci possono consentire di uscire da questa allucinazione collettiva che ha inoculato nel singolo cittadino la paranoia della casta.
Il capo di un movimento che non c’è vuole demolire i capi di partiti che non ci sono. La battaglia si trasforma inevitabilmente in una gigantesca fiction ed è diventata subito un nuovo genere televisivo che ha invaso i palinsesti dal giorno dopo le elezioni di febbraio 2013. Non siamo andati a votare per dare un governo al paese, ma per creare un nuovo genere di intrattenimento. In fondo da questo punto di vista Grillo continua a fare il suo mestiere e pure Berlusconi. Chi è fuori luogo in questa dinamica è la sinistra, non a caso brutalmente accantonata quando ancora si presenta come tale. Per vincere in questo nuovo reality che è il governo del paese da quelle parti si invoca un nuovo giocatore, il sindaco di Firenze, titolare dalla giusta evanescenza per governare una società irreale.
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