12 marzo 2013

"I cardinali sono imbevuti di pregiudizi..." ( Wikileaks)





Dal sito http://www.nazioneindiana.com prendo i seguenti documenti:



Wikileak 1
«(…) [I cardinali] Antonelli, Di Pietro e Caselli (…) sono imbevuti dei pregiudizi romani e chiunque debba trattare affari complicati a Roma può avere la certezza di trovare sempre sul proprio cammino Di Pietro e Antonelli. Eppure sono molto diversi l’uno dall’altro. Il primo è silenzioso, riservato e duro, ma ostenta modestia, semplicità, rassegnazione e dolcezza. Non fa che ribattere la volontà del Santo Padre a quel che gli si dice.
Antonelli è più fine e delicato, parla volentieri, ascolta, entra nella discussione, spesso sembra voler evitare un’eccessiva rigidità dei princìpi, ma ritorna sempre alla propria tesi dopo aver esaurito tutti i sofismi possibili e con una tenacia inscalfibile.
Caselli è monaco nel senso più profondo del termine, ma nasconde questa caratteristica sotto apparenze amabili.»
(Roma, 17 novembre 1804. Dispaccio dell’ambasciatore di Prussia presso la Santa Sede Wilhelm von Humboldt al dipartimento degli Esteri del gabinetto prussiano. In Herman Granier, Preussen und die katholische Kirche seit 1640. Nach den Acten des Geheimen Staatsarchives, «Publikationen aus den K.preussischen Staatsarchiven», Leipzig 1902, vol. IX, nr. 767, pp. 248-249.)
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Wikileak 2
«(…) L’Elettore Arcicancelliere ha una cattiva opinione del papa [Pio VII]; me lo ha descritto come un vecchio ignorante, debole e pieno di superstizione, molto testardo, legato soprattutto ai princìpi della sua antica condizione di monaco, pronto a dare ascolto a qualsiasi fanatico.»
(Dispaccio inviato al gabinetto di Berlino dal delegato prussiano alla Dieta di Ratisbona, conte von Görtz, il 2 novembre 1804, in Granier, cit., p. 245.)
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Wikileak 3«(…) Non è solo che qui non accada nulla, ma non c’è neanche una persona che provi il desiderio di sapere qualcosa, e se non ci fossi io molti diplomatici non vedrebbero mai dei giornali tedeschi. (…) La rivoluzione, in parte la povertà e l’avarizia delle persone illustri hanno demoralizzato e ridotto quasi solo al livello di club da gioco quella scarsa società che ancora resisteva; le donne vivono dissolutamente e manca del tutto (…) la vera nobiltà.»
(Roma, lettera di Wilhelm von Humboldt a Karl Gustav von Brinkmann, 10 dicembre 1802. In Wilhelm von Humboldt, Briefe an Karl Gustav von Brinkmann, a cura di A. Leitzmann, Bibliothek d. Liter. Vereins, Leipzig 1939, pp. 139-141.)

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