30 marzo 2013

IL VANGELO DI PASOLINI



Dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia ricevo, e molto volentieri pubblico, il programma della giornata:

venerdì 5 aprile 2013
ore 18.00

Centro Studi Pier Paolo Pasolini – Casarsa della Delizia
Proiezione
ALBUM  (documentario, Spagna 2012, 37’) di Valeria Patanè
a seguire, incontro con Valeria Patané e Giacomo Morante.
 Giacomo Morante aveva 15 anni quando fu scelto da Pier Paolo Pasolini per interpretare Giovanni, l’apostolo giovane, per Il Vangelo secondo Matteo. A 48 anni di distanza dal set del film, Giacomo parte da Madrid con sua figlia Susanna per andare a trovare Enrique Irazoqui, il Cristo di Pasolini, a Cadaqués (Costa Brava). Durante il viaggio il padre racconta alla figlia come ha vissuto l’esperienza ed entra in molti dettagli della preparazione e del set del film. L’incontro con Enrique Irazoqui, il Cristo, è occasione per ricordare molti di coloro che parteciparono alla realizzazione del film accanto a Pier Paolo Pasolini e a Elsa Morante, per raccontare aneddoti e per riflettere sul la loro amicizia.
venerdì 5 aprile 2013
ore 20.30

Cinemazero – Pordenone
Proiezione 
IL VANGELO SECONDO MATTEO (Italia 1962, 142’) di Pier Paolo Pasolini 
intervengono i protagonisti Enrique Irazoqui (Gesù) e Giacomo Morante (Giovanni)
Padre Virgilio Fantuzzi (critico cinematografico, “La civiltà Cattolica”)
Roberto Chiesi (Centro Studi – Archivio Pasolini, Cineteca di Bologna)
modera Angela Felice (Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia)
Ingresso unico: 5 euro

Il Vangelo secondo Matteo

Regia e sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini
Fotografia: Tonino Delli Colli. Scenografia: Luigi Scaccianoce, Dante Ferretti
Costumi: Danilo Donati. Montaggio: Nino Baragli
Musica: Luis E. Bacalov e da J. S. Bach, W. A. Mozart, S. Prokofiev, A. Webern,
“Missa Luba congolese”, Negro Spirituals, Canti Rivoluzionari Russi.
Produttore: Alfredo Bini.
Interpreti
Enrique Irazoqui (Gesù Cristo), Margherita Caruso e Susanna Pasolini (Maria),
Marcello Morante (Giuseppe), Mario Socrate (Giovanni Battista), Settimio Di Porto (Pietro),
Alfonso Gatto (Andrea), Natalia Ginzburg (Maria di Betania), Enzo Siciliano (Simone),
Otello Sestili (Giuda), Paola Tedesco (Salomè), Ninetto Davoli (Pastorello).
Biblico scandalo, Pasolini e il Vangelo, il diavolo e l’acqua santa.
Quando il suo film apparve alla Mostra di Venezia e poi nelle sale, nel 1964, molti censori e nemici erano pronti a impallinare lo scrittore di sinistra dei ragazzi di vita, ma la persuasiva bellezza del film e il suo silenzioso respiro mistico vinsero su facili polemiche. Il Vangelo secondo Matteo, dedicato dall’autore “Alla cara, lieta, familiare memoria di Giovanni XXIII”, rispecchia, nell’iconografia barbarica dei costumi e nelle immagini da pittura rinascimentale, la violenza del messaggio, la Parola non sempre pacificatrice di Gesù, nel rispetto della più grande Storia mai raccontata. Per Pasolini anche un Accattone o Mamma Roma potevano soffrire come Cristo e ribellarsi come lui alle ingiustizie del mondo, in una extra-temporalità. In una scarna semplicità narrativa, con la macchina da presa a mano che salta, si anima e s’arrabbia come fosse viva, il film si avvale della presenza maternamente dolorosa di Susanna Pasolini, Madonna anziana, comunicazione di un dolore universale. E poi molti letterati sono coinvolti, dalla Ginzburg a Siciliano e a Gatto. Ma il film è persuasivo soprattutto per il taglio poetico, per la voglia di giustizia, per il vento che risuona tra le parole e le espressioni del volto dell’inedito attore Enrique Irazoqui, doppiato con la voce prepotente di Enrico Maria Salerno. Ci commuove per lo sguardo innocente e contagioso dei bambini, per la violenza espressiva del montaggio, per la povertà primitiva dei paesaggi inerpicati su picchi e rocce (di Matera e di altre zone del Sud). E per la rabbia, effetto ultimo dell’operazione, preceduta non a caso nel 1963 dalla magnifica crocefissione laica dell’episodio pasoliniano La ricotta in Ro.Go.Pa.G., cronaca di una morte sacra con una comparsa al posto di un Dio, che equivale a dire una nota di Mozart o Bach e insieme anche un canto popolare. Il film è stato restaurato da Mediaset, con il Centro Sperimentale di Cinematografia e in collaborazione con Compass Film.

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