Dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia ricevo, e molto volentieri pubblico, il programma della giornata:
venerdì 5 aprile 2013
ore 18.00
Centro Studi Pier Paolo Pasolini – Casarsa della Delizia
Proiezione
ALBUM (documentario, Spagna 2012, 37’) di Valeria Patanè
a seguire, incontro con Valeria Patané e Giacomo Morante.
Giacomo Morante aveva 15 anni quando fu
scelto da Pier Paolo Pasolini per interpretare Giovanni, l’apostolo
giovane, per Il Vangelo secondo Matteo. A 48 anni di distanza dal set
del film, Giacomo parte da Madrid con sua figlia Susanna per andare a
trovare Enrique Irazoqui, il Cristo di Pasolini, a Cadaqués (Costa
Brava). Durante il viaggio il padre racconta alla figlia come ha vissuto
l’esperienza ed entra in molti dettagli della preparazione e del set
del film. L’incontro con Enrique Irazoqui, il Cristo, è occasione per
ricordare molti di coloro che parteciparono alla realizzazione del film
accanto a Pier Paolo Pasolini e a Elsa Morante, per raccontare aneddoti e
per riflettere sul la loro amicizia.
venerdì 5 aprile 2013ore 20.30
Cinemazero – Pordenone
Proiezione
IL VANGELO SECONDO MATTEO (Italia 1962, 142’) di Pier Paolo Pasolini
intervengono i protagonisti Enrique Irazoqui (Gesù) e Giacomo Morante (Giovanni)
Padre Virgilio Fantuzzi (critico cinematografico, “La civiltà Cattolica”)
Roberto Chiesi (Centro Studi – Archivio Pasolini, Cineteca di Bologna)
modera Angela Felice (Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia)
Ingresso unico: 5 euro
Il Vangelo secondo Matteo
Regia e sceneggiatura: Pier Paolo PasoliniFotografia: Tonino Delli Colli. Scenografia: Luigi Scaccianoce, Dante Ferretti
Costumi: Danilo Donati. Montaggio: Nino Baragli
Musica: Luis E. Bacalov e da J. S. Bach, W. A. Mozart, S. Prokofiev, A. Webern,
“Missa Luba congolese”, Negro Spirituals, Canti Rivoluzionari Russi.
Produttore: Alfredo Bini.
Interpreti
Enrique Irazoqui (Gesù Cristo), Margherita Caruso e Susanna Pasolini (Maria),
Marcello Morante (Giuseppe), Mario Socrate (Giovanni Battista), Settimio Di Porto (Pietro),
Alfonso Gatto (Andrea), Natalia Ginzburg (Maria di Betania), Enzo Siciliano (Simone),
Otello Sestili (Giuda), Paola Tedesco (Salomè), Ninetto Davoli (Pastorello).
Biblico scandalo, Pasolini e il Vangelo, il diavolo e l’acqua santa.
Quando il suo film apparve alla Mostra
di Venezia e poi nelle sale, nel 1964, molti censori e nemici erano
pronti a impallinare lo scrittore di sinistra dei ragazzi di vita, ma la
persuasiva bellezza del film e il suo silenzioso respiro mistico
vinsero su facili polemiche. Il Vangelo secondo Matteo, dedicato
dall’autore “Alla cara, lieta, familiare memoria di Giovanni XXIII”,
rispecchia, nell’iconografia barbarica dei costumi e nelle immagini da
pittura rinascimentale, la violenza del messaggio, la Parola non sempre
pacificatrice di Gesù, nel rispetto della più grande Storia mai
raccontata. Per Pasolini anche un Accattone o Mamma Roma potevano
soffrire come Cristo e ribellarsi come lui alle ingiustizie del mondo,
in una extra-temporalità. In una scarna semplicità narrativa, con la
macchina da presa a mano che salta, si anima e s’arrabbia come fosse
viva, il film si avvale della presenza maternamente dolorosa di Susanna
Pasolini, Madonna anziana, comunicazione di un dolore universale. E poi
molti letterati sono coinvolti, dalla Ginzburg a Siciliano e a Gatto.
Ma il film è persuasivo soprattutto per il taglio poetico, per la voglia
di giustizia, per il vento che risuona tra le parole e le
espressioni del volto dell’inedito attore Enrique Irazoqui, doppiato con
la voce prepotente di Enrico Maria Salerno. Ci commuove per lo
sguardo innocente e contagioso dei bambini, per la violenza espressiva
del montaggio, per la povertà primitiva dei paesaggi inerpicati
su picchi e rocce (di Matera e di altre zone del Sud). E per la
rabbia, effetto ultimo dell’operazione, preceduta non a caso nel
1963 dalla magnifica crocefissione laica dell’episodio
pasoliniano La ricotta in Ro.Go.Pa.G., cronaca di una morte sacra con
una comparsa al posto di un Dio, che equivale a dire una nota di Mozart o
Bach e insieme anche un canto popolare. Il film è stato restaurato da
Mediaset, con il Centro Sperimentale di Cinematografia e in
collaborazione con Compass Film.
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