29 marzo 2013

LA "VUCCIRIA"




La Vucciria (1974) - Renato Guttuso

Palazzo Chiaramonte (sede del Rettorato dell'Ateneo) - Palermo
olio su tela, cm. 300x300


La Vucciria (in siciliano significa "confusione") è uno dei dipinti più celebri del Pittore di Bragheria, e rappresenta con realismo il famoso omonimo mercato di Palermo.

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Il quadro è imponente nei suoi 9 metri quadri. La costruzione è assolutamente perfetta, ogni tessera compone in maniera rigorosa e funzionale il mosaico finale del quadro dove ogni cosa, mercanzie, venditori, lampade, cassette, ma sopratutto le persone hanno trovato un'idonea sistemazione.

Il quadro è attraversato dalla gente che procede nelle due direzioni, attraversando uno spazio longitudinale circoscritto dalle cassette. Se proviamo per un attimo a distogliere lo squardo e cerchiamo di ricordare il numero esatto delle persone presenti nel mercato difficilmente saremo in grado di rispondere correttamente.

Due figure mute appaiono minacciose. L'una, sulla sinistra, brandisce con una mano la spada del pesce spada e con l'altra un lungo coltello. La seconda, sulla destra, è in ginocchio con un coltello, di cui appare solo l'impugnatura, totalmente immerso nella massa sanguinolenta del mezzo bue appeso. Sembrano i guardiani del mercato, che custodiscono l'entrata di quella via obbligata dove la gente si "struscia" e procede fino al grande semicerchio dove le cassette, piene di cibo, si elevano progressivamente fino a disegnare un emiciclo. Le tre lampade che pendono producono una luce abbagliante, pur non necessaria perchè le vivande sono evidentemente illuminate dalla luce solare.

La divisione delle merci è rigorosa: a sinistra stanno i pesci, prima i polipi, nel loro viscido ammasso, poi gli altri ancora guizzanti, con le aragoste ed i gamberi ancora in movimento, fino al pesce spada che mostra la recente rosea ferita, e che viene impugnato dal venditore. A destra, le uova perlacee, e poi le carni e i formaggi, le olive, la frutta, la verdura. In fondo le rosse mele, con le arance e le pere, sistemate nelle alte cassette che si incastellano in semicerchio.

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Un quadro così importante, che riesce a racchiudere in sè la complessità della Trinacria, la sua storia e i suoi colori, la sua gente e le sue cose, restituendo alla Sicilia la sua stessa immagine, doveva trovare una collocazione che lo inserisse, anche fisicamente, nella storia dell'isola.

Palazzo Chiaramonte, detto Steri, da Hosterium Magnum, palazzo fortificato costruito nel 1320, a Palermo, sulla parte più elevata del pianoro marino, oggi Piazza Marina, non poteva rappresentare luogo più idoneo.



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