La Vucciria (1974) - Renato Guttuso
Palazzo Chiaramonte (sede del Rettorato dell'Ateneo)
- Palermo
olio su tela, cm. 300x300 |
La Vucciria
(in siciliano significa "confusione") è uno dei dipinti più celebri
del Pittore di Bragheria, e rappresenta con realismo il famoso omonimo mercato
di Palermo.
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Il quadro è
imponente nei suoi 9 metri quadri. La costruzione è assolutamente perfetta,
ogni tessera compone in maniera rigorosa e funzionale il mosaico finale del
quadro dove ogni cosa, mercanzie, venditori, lampade, cassette, ma sopratutto
le persone hanno trovato un'idonea sistemazione.
Il quadro è
attraversato dalla gente che procede nelle due direzioni, attraversando
uno spazio longitudinale circoscritto dalle cassette. Se proviamo per un attimo
a distogliere lo squardo e cerchiamo di ricordare il numero esatto delle
persone presenti nel mercato difficilmente saremo in grado di rispondere
correttamente.
Due figure
mute appaiono minacciose. L'una, sulla sinistra, brandisce con una mano la
spada del pesce spada e con l'altra un lungo coltello. La seconda, sulla
destra, è in ginocchio con un coltello, di cui appare solo l'impugnatura,
totalmente immerso nella massa sanguinolenta del mezzo bue appeso. Sembrano i
guardiani del mercato, che custodiscono l'entrata di quella via obbligata dove
la gente si "struscia" e procede fino al grande semicerchio dove le
cassette, piene di cibo, si elevano progressivamente fino a disegnare un
emiciclo. Le tre lampade che pendono producono una luce abbagliante, pur non necessaria
perchè le vivande sono evidentemente illuminate dalla luce solare.
La divisione
delle merci è rigorosa: a sinistra stanno i pesci, prima i polipi, nel loro
viscido ammasso, poi gli altri ancora guizzanti, con le aragoste ed i gamberi
ancora in movimento, fino al pesce spada che mostra la recente rosea ferita, e
che viene impugnato dal venditore. A destra, le uova perlacee, e poi le carni e
i formaggi, le olive, la frutta, la verdura. In fondo le rosse mele, con le
arance e le pere, sistemate nelle alte cassette che si incastellano in
semicerchio.
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Un quadro
così importante, che riesce a racchiudere in sè la complessità della Trinacria,
la sua storia e i suoi colori, la sua gente e le sue cose, restituendo alla
Sicilia la sua stessa immagine, doveva trovare una collocazione che lo
inserisse, anche fisicamente, nella storia dell'isola.
Palazzo Chiaramonte, detto Steri,
da Hosterium Magnum, palazzo fortificato costruito nel 1320, a Palermo,
sulla parte più elevata del pianoro marino, oggi Piazza Marina, non poteva
rappresentare luogo più idoneo.
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