26 marzo 2013

MAFIA: CONDANNATO DELL'UTRI





Dal sito http://www.nicolatranfaglia.com/blog/2013/  oggi prendo l’autorevole commento dello storico Nicola Tranfaglia alla sentenza della Corte di Appello di Palermo emessa ieri:

NICOLA TRANFAGLIA – DELL’UTRI CONDANNATO

La condanna di Marcello Dell'Utri (Palermo, 1941) da parte della Corte di Appello di Palermo, dopo l'annullamento di una precedente condanna della Corte di Cassazione, coincide con il ritiro del più grande amico e compagno di avventura di Silvio Berlusconi dell'attività politica e parlamentare. Bisogna ricordare, infatti, che Dell'Utri, divenuto negli anni Ottanta presidente e amministratore prima di Publitalia, quindi amministratore delegato del gruppo Fininvest, è stato nel 1993 il fondatore di Forza Italia con l'imprenditore di Arcore e dal 1996 è deputato al parlamento nazionale, tre anni dopo è parlamentare europeo e, dal 2001 fino al 2013, senatore della repubblica del PDL.
Una carriera politica di tutto rispetto "nobilitata" - si fa per dire - dall'attività di raccoglitore di libri antichi e bibiofilo (che l'ex direttore sportivo di piccole squadre, come quella del quartiere Tiburtino-Casal Bruciato del Centro internazionale per la gioventù lavoratrice gestito dall'Opus Dei) svolge con continuità nel ventennio populista a Milano e a Palermo presiedendo biblioteche e circoli culturali (come la commissione per la Biblioteca del Senato) e cercando di intervenire nei dibattiti nazionali.
A volte in maniera infelice, come quando ha dichiarato in televisione al giornalista Klaus Davì nel maggio 2009: "Mussolini ha perso la guerra perchè era troppo buono. Non era affatto un dittatore spietato e sanguinario come poteva essere Stalin." E nel 2008, poco prima delle elezioni vinte per la terza volta da Berlusconi, parlando con la giornalista Maria Antonietta Calabrò del Corriere della Sera aveva dichiarato l'intenzione di avviare la revisione dei libri di storia adottati nelle scuole italiane "ancora oggi condizionati dalla retorica della Resistenza."
Del resto, non come scusante per il senatore, qualcuno ha notato che la recentissima deputata, e capogruppo del Movimento Cinque Stelle Lombardi, qualche giorno dopo essere arrivata alla Camera dei Deputati, ha detto, a sua volta, che ai suoi inizi il movimento mussoliniano aveva rappresentato una novità positiva per la politica italiana del tempo.
Ritornando a Marcello Dell'Utri - mostrando di non aver perduto il senso dell'umorismo, sia pure piuttosto macabro -l'ex senatore siciliano ha dichiarato dopo l'ultima sentenza che in fondo è stato condannato per aver introdotto ad Arcore come stalliere il mafioso di Porta Nuova Vittorio Mangano che - parole testuali - era allora "un signore come tanti altri". Peccato che Dell'Utri finge di dimenticare che numerosi documenti giudiziari, tra cui la sentenza della Cassazione del 9 marzo 2012 che ha annullato con rinvio alla Corte di Appello di Palermo (che ora ha emesso la nuova sentenza di ieri) considera pienamente confermato l'incontro del 1974 tra Berlusconi, Dell'Utri e i capimafia Francesco Di Carlo, Stefano Bontate e Mimmo Teresi in foro Bonaparte a Milano in cui venne presa "la contestuale decisione di far seguire l'arrivo di Vittorio Mangano presso l'abitazione di Berlusconi in esecuzione dell'accordo"sulla protezione ad Arcore.
Peccato che lo stesso Dell'Utri dimentica che lo stalliere di Arcore è morto in carcere nel Duemila dopo aver terminato la carriera di capomafia di Porta Nuova a cui era ritornato dopo gli anni trascorsi a Milano e che il senatore, come del resto lo stesso Berlusconi, ne avevano tessuto gli elogi perchè il mafioso aveva rifiutato di fare dichiarazioni contro di lui e Berlusconi negli ultimi mesi della sua vita a proposito degli accordi e delle frequentazioni di mafiosi già dimostrate da precedenti sentenze del processo Dell'Utri.

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