Marco Lillo
La malavita
di Larghe Intese
Ci sono intercettazioni
che restano nella storia criminale di un paese. Il “mondo di mezzo”
evocato da Massimo Carminati entra di diritto nella top ten assieme a
grandi classici come “i furbetti del quartierino”. Il mondo di
mezzo, secondo il boss arrestato come capo di “Mafia Capitale”, è
il luogo in cui “tutto si mischia nel mezzo perché la persona che
sta nel sovramondo (politico o imprenditore, ndr) ha interesse che
qualcuno del sottomondo gli faccia delle cose che non può fare
nessuno”.
Sarebbe consolante dire
che la terra di mezzo in cui sono fioriti 37 arresti è la destra
romana. Invece in quel luogo si mischiano non solo i destini di
Gianni Alemanno, un sindaco che sembrava volere diventare premier, e
Massimo Carminati, condannato per un furto inquietante di miliardi e
segreti nel Palazzo di Giustizia e coinvolto (ma sempre assolto) nei
fatti più inquietanti della storia d’Italia: dall’omicidio del
giornalista Mino Pecorelli al depistaggio delle indagini sulla strage
di Bologna. No. Nella terra di mezzo si mischiano destra e sinistra,
oltre che sovramondo e sottomondo.
La “Mafia capitale”
guidata da Carminati secondo i magistrati aveva a libro paga anche
politici di primo piano del Pd. Nella terra di mezzo, il boss che ha
ispirato il “Nero” di Romanzo criminale, il “fasciomafioso”
Carminati ha come braccio destro un criminale svelto di mano,
Riccardo Brugia, e come “braccio sinistro” il re delle
cooperative sociali Salvatore Buzzi: già condannato per omicidio e
poi riabilitato. Buzzi “il rosso” si vanta di pagare tutti e di
dare 5mila euro al mese all’ex vice capogabinettodel sindaco
Veltroni, poi nominato capo della Polizia provinciale, Luca Odevaine,
anche lui indagato.
La notizia non è quindi
Carminati, ma Buzzi: un ex detenuto simbolo della resurrezione dal
carcere che presiede un impero da 50 milioni. Con la sua cooperativa
aderente alla Lega delle coop rosse, già guidata dal ministro
Giuliano Poletti, fa soldi nel business dei campi nomadi e
dell’assistenza ai rifugiati e poi divide col “nero”.
A maggio Buzzi chiudeva
così la sua relazione all'assemblea della Cooperativa29giugno: “Un
augurio di buon lavoro al ministro Poletti, nostro ex Presidente
nazionale che più volte ha partecipato alle nostre assemblee; al
governo Renzi, affinché possa realizzare tutte le riforme che si è
posto come obiettivo, l’unico modo per salvare il nostro Paese”.
La terra di mezzo non ha confini netti. Non è la destra, non è
Roma: è l’Italia.
il Fatto – 3 dicembre
2014
Nessun commento:
Posta un commento