27 febbraio 2018

FOLLA E POPOLO

Honoré Daumier, “Nous voulons Barabbas”


      Una mia cara amica, Aurelia D'Andrea, stamattina ha opportunamente citato un passo del grande critico e storico dell'arte, Giulio Carlo Argan, che illumina il celebre quadro di H. Daumier. La netta distinzione  che propone Argan tra FOLLA  e POPOLO oggi mi sembra più necessaria che mai. (fv)


«Si osservi questo dipinto: […] La figurazione è quella che va comunemente sotto il titolo di “Ecce Homo”: Daumier la muta in “Nous voulons Barabbas”, integrando così l'immagine con le parole urlate dalla folla. Quando raffigura genti del popolo, Daumier dà loro un senso eroico, una gagliardia quasi michelangiolesca. Qui però non si tratta di popolo, ma di folla: il popolo resiste e si ribella, la folla cede al potere. Bisogna dunque presentare la folla come qualcosa di amorfo, di sfatto, di impersonale. […] La deformazione […] è una deformazione più morale che fisica, che vuol dare il senso e il disgusto della mollezza, della manovrabilità della folla. […] Daumier, insomma, non rappresenta il fatto, ne esprime visivamente il significato morale: l'incolpevole, stupida malvagità della folla ubbidiente alla malvagità torva dei potenti».

Giulio Carlo Argan, da “Lettura - Honoré Daumier - Noi vogliamo Barabba”, in L'arte moderna 1770/1970, Sansoni, 1970.

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