Domenica 11 febbraio alle ore 11.00, a
Palermo, presso la Libreria Modus Vivendi (via Quintino Sella 79), Pietro
Clemente e Alessio Giannanti discuteranno con Emanuele Buttitta di Antropologia e letteratura
(Sellerio editore Palermo). Il volume scritto insieme al padre
Antonino, uno degli intellettuali che hanno segnato gli studi
antropologici in Italia negli ultimi cinquant’anni.
In Antropologia e letteratura,
gli autori, utilizzando concetti e strumenti di analisi propri
dell’Antropologia culturale, studiano i testi letterari per enuclearne i
significati, intendere la concezione del mondo dei loro autori e,
attraverso essa, comprendere meglio la specie umana.
Si
tratta, dunque, in primo luogo di una ricerca che consente di
riconoscere che la letteratura è strumento essenziale per la
comprensione della cultura popolare, ove motivi e forme della tradizione
vi siano assunti; e che la lettura dei fatti e dei fenomeni di
interesse demologico presenti negli scritti di singoli autori è
necessaria alla loro interpretazione e collocazione storico-culturale.
Ma
è in definitiva un percorso che li porta a rilevare la maggiore
potenzialità veridica della letteratura sull’uomo rispetto alle scienze
umane e alla stessa Antropologia; e a spiegarne le ragioni.
«Lo
scrittore, cercando l’uomo, trova gli uomini; l’antropologo, ma anche il
sociologo, lo storico, etc., osservando gli uomini, troppo spesso
perdono l’uomo. Il mondo si trasforma in un regno di astrazioni
quantitative. I vivi e i morti si contano in numeri e dispare quanto di
attese e passioni, gioia e pena, sostanzia e rende reale la loro
esistenza. Si perde insomma l’identità e si dissolve la tensione
invisibile che, pur occultandosi nei loro atti, di fatto li anima e li
fa vivere. Si tratta però di rare eccezioni. Quale antropologo, ma anche
sociologo, storico ha restituito la società russa o centro e
sudamericana, di un preciso tempo, come Gògol e Tolstoj, Carpentier e
García Márquez?» (A. Buttitta).
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