Per l'edizione torinese
dell'“Avanti!” Antonio Gramsci curò una rubrica di commenti intitolata Sotto
la mole. Questo, di cento anni fa quasi precisi, è di un'attualità
sorprendente: da un lato riprende e verifica le teorie marxiane sulla
pervasività del mercato nel tempo del capitale; dall'altro può rappresentare
una sorta di anticipata risposta alle tesi (coraggiose) dell'attuale capo
cattolico.
Il gesuita argentino Bergoglio
diventato papa Francesco giustamente denuncia la mercificazione del corpo umano
e con esso dell'intera vita, ma non vede o non vuol vedere il nesso tra codesta
mercificazione ed il capitalismo come sistema totalizzante. (S.L.L.)
Merce
Antonio Gramsci
Qualche vanerello ha proclamato per
l’ennesima volta la disfatta della scienza.
Chimica applicata ai gas
asfissianti, lacrimogeni, ulceranti; meccanica applicata ai cannoni di lunga
portata... Sì, ma anche la zappa può spaccare i crani, la scrittura può anche
servire a falsificare cambiali e a stendere lettere anonime... E non perciò si
proclama la disfatta dell’agricoltura e della calligrafia.
La scienza ha il compito
disinteressato dì rintracciare rapporti nuovi tra le energie, tra le cose.
Fallisce solo quando diventa ciarlataneria. Gli uomini si servono dei ritrovati
per straziare e uccidere invece che per difendersi dal male e dalle cieche
forze naturali? Entra in gioco una volontà che è estranea alla scienza, che non
è disinteressata, ma dipende intrinsecamente dalla società, dalla forma di
società in cui si vive. Il ritrovato scientifico segue la sorte comune di tutti
i prodotti umani in regime capitalistico; diventa merce, oggetto di scambio e
quindi viene rivolto ai fini prevalentemente propri del regime, a straziare e
distruggere.
Ecco che il dottor Carrel ha aperto
una via nuova alla chirurgia: le possibilità di innesti umani si moltiplicano.
Non siamo ancora giunti
all’intensità prevista da Edmondo Perrier: l’innesto del cervello, l’uso degli
organi sani dei cadaveri da sostituire nei viventi ai corrispondenti organi
logorati. Siamo ancora lontani dalla vittoria scientifica sulla morte promessa
da Bergson: per ora la morte è la trionfatrice e per trionfare più rapidamente
si serve con prodigalità della scienza e dei suoi segreti. Ma arriveremo. La
vita diventerà anch’essa una merce, se il regime capitalistico non sarà stato
sostituito, se la merce non sarà stata abolita.
Secondo una comunicazione fatta
all’Accademia di medicina di Parigi, il professore Laurent è riuscito a
sostituire il cuore di Fox con quello di Bob, e viceversa, senza che i due
innocenti cani abbiano troppo sofferto, senza turbare per nulla la vita del
viscere delicato. Da questo momento il cuore è diventato una merce: può essere
scambiato, può essere comprato. Chi vuol cambiare il suo cuore logoro,
sofferente di palpitazioni, con un cuore vermiglio di zecca, povero, ma sano,
povero, ma che ha sempre onestamente palpitato? Una buona offerta: c’è la
famiglia da mantenere, l’avvenire dei figli preoccupa il genitore; si cambi
dunque il cuore per non apparire di esserne sprovvisto.
Il dottor Voronof ha già annunziato
la possibilità dell’innesto delle ovaie. Una nuova strada commerciale aperta
all’attività esploratrice dell’iniziativa individuale. Le povere fanciulle potranno
farsi facilmente una dote. A che serve loro l’organo della maternità? Lo
cederanno alla ricca signora infeconda che desidera prole per l’eredità dei
sudati risparmi maritali. Le povere fanciulle guadagneranno quattrini e si
libereranno di un pericolo. Vendono già ora le bionde capigliature per le teste
calve delle cocottes che prendono marito e vogliono entrare nella buona
società. Venderanno la possibilità di diventar madri: daranno fecondità alle
vecchie gualcite, alle guaste signore che troppo si sono divertite e vogliono
ricuperare il numero perduto. I figli nati dopo un innesto? Strani mostri
biologici, creature di una nuova razza, merce anch’essi, prodotto genuino
dell’azienda dei surrogati umani, necessari per tramandare la stirpe dei pizzicagnoli
arricchiti. La vecchia nobiltà aveva indubbiamente maggior buon gusto della
classe dirigente che le è successa al potere. Il quattrino deturpa, abbrutisce
tutto ciò che cade sotto la sua legge implacabilmente feroce.
La vita, tutta la vita, non solo l’attività
meccanica degli arti, ma la stessa sorgente fisiologica dell’attività, si
distacca dall’anima, e diventa merce da baratto; è il destino di Mida, dalle
mani fatate, simbolo del capitalismo moderno.
ANTONIO GRAMSCI, 6 giugno 1918.
Ora in Sotto la mole 1916-1920,
Einaudi, 1971
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