05 giugno 2015

G. CERONETTI SUI LIBRI CHE MERITANO DI ESSERE LETTI




Ph. di S. Bivona



Guido Ceronetti

Non leggere nulla o leggere il Nulla


Un popolo di non-leggenti è un popolo di non-vedenti. Rima facile, eco tragica.

Un popolo di non-leggenti si affida come guida al caso, perde l’identità come un incontinente perde l’urina. E questo è oggi il popolo italiano, alfabetizzato per obbligo scolastico ma derubricabile dalle nazioni aventi identità che resistono meglio alla perdita identitaria grazie all’azione di contrasto inapparente della lettura, chiave unica di accesso allo scrigno sigillato del mondo. Non ho le statistiche per fonte, e davvero non m’importa niente se i libri di strenna hanno venduto di più o meno. Osservo.

Le statistiche accertano che le donne leggono molto più dei maschi; l’osservazione mi mostra nuove e nuovissime generazioni di donne implacabilmente conformi al portamento nella mano sinistra (fosse pure in una libreria!) di un telefonino totalizzante, il cui reale fondamento è il Nulla, creato dall’ingegno per la diffusione del Nulla. «Il Dio Nulla è il Dio-che-sta per nascere» (Georg Büchner, Dantons Tod ), duecento anni fa. A questo dovevamo arrivare? Ma no, oltre, ben oltre... Io conosco due o tre lettrici vere: le altre sono maschi che non leggono. Stupisce, per contro, l’enormità dei libri che si stampano. Ma tassiamoli: di quali autori? e se di ebooks, si può definirli lettori-lettrici, oppure utenti di una estensione di smartphone?

— Ah sì, Conrad... La linea d’ombra...
L’ho finito una settimana fa, sulla Rete, di cosa parla? Di una città sotterranea in una miniera di carbone? Bello! —

Almeno l’ottanta per cento dei libri che si stampano è illeggibile, da buttare, è spreco di mente e di vita; leggere cattivi autori, diarree di roba inutile, non è restaurare identità perduta; leggere fogli illustrativi di farmaci, dépliant turistici, posta elettronica, non trattiene dal precipizio. La salvezza è soltanto nei libri che, letti una volta, non ci lasciano più per la vita. Amico, amica, ditemi: vi potete fidare di politici che leggono, quando sono in aereo, esclusivamente memorie di predecessori che mai hanno capito qualcosa?


La Repubblica – 31 maggio 2015

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