L'intellettuale sardo
al centro di un interesse sempre crescente nel paese sudamericano. E
un forum di studiosi sancisce la nascita dell'International Gramsci
Society Brasil, con progetti ambiziosi e sinergie fra le università.
Gianni Fresu
Cittadinanza
brasiliana per Gramsci
La fortuna
internazionale dell’opera di Antonio Gramsci
è un fatto noto, trattandosi, come si dice
ritualmente, dell’autore italiano più tradotto
e studiato nel mondo insieme a Dante e Machiavelli.
Ma al di là di questa informazione generale,
quasi autoconsolatoria vista la condizione
attuale di disarmo culturale nazionale, le ragioni di
tale fortuna sono ai più ancora poco conosciute o, meglio,
ignorate.
Il Brasile è da diversi anni una delle realtà più attive a livello internazionale negli studi gramsciani, qui l’intellettuale sardo fin dai primi anni Sessanta fu oggetto di un interesse crescente e di studi specialistici. La traduzione e pubblicazione della sua opera cominciò nel 1966 e solo l’inasprirsi della dittatura nel 1968, frutto del colpo di stato militare del ’64, riuscì a interrompere temporaneamente un processo di diffusione e interpretazione creativa come quella brasiliana.
Negli anni Settanta,
alla vigilia della crisi finale del regime, Gramsci tornò
prepotentemente non solo nel dibattito
politico-sociale, ma anche e soprattutto nelle
università, dando vita a un fenomeno che alcuni
definirono vera e propria «moda intellettuale».
Dalla storia alla
filosofia politica, dalla pedagogia
all’antropologia, dalla geografia alle relazioni
internazionali, dalla critica letteraria
alla teologia, praticamente nessuna
disciplina delle scienze sociali e umane fu immune dal
contagio di questo interesse crescente. Non
si trattò di una moda passeggera, perché tale
processo si intensificò nei decenni successivi
e, oggi, nelle principali università pubbliche
esistono gruppi di ricerca interdisciplinari,
corsi di laurea, specializzazione post
laurea e di dottorato dedicati a Gramsci
o nei quali comunque l’intellettuale sardo è l’autore
di riferimento essenziale.
A coronare questo
percorso progressivo di studio, diffusione
e applicazione concreta delle categorie
del «nostro» in Brasile è intervenuto un
avvenimento destinato a segnare la storia
degli studi gramsciani nel mondo. Trai il 27 e il 29
maggio, nel Collegio di alti studi del forum di
scienza e cultura dell’Università federale di Rio
de Janeiro, si sono riuniti gli studiosi gramsciani di
tutto il paese.
Un seminario intenso, finalizzato a mettere in relazione i risultati delle ricerche scientifiche, scambiare informazioni e esperienze tra i diversi rami disciplinari, conclusosi con la nascita dell’International Gramsci Society Brasil. L’Igs Brasil nasce con lo scopo di favorire le relazioni tra gli studiosi operanti nel paese e sviluppare le iniziative scientifiche, editoriali e di confronto legate al pensiero di Antonio Gramsci.
L’intellettuale
sardo è oggi uno degli autori fondamentali
in Brasile, come nel resto dell’America Latina, non solo
nell’accademia, ma nella lotta politica e nella vita di
realtà sociali come il Movimento Trabalhadores
Sem Terra. Alcune sue categorie come «rivoluzione
passiva», «egemonia» e «sovversivismo
reazionario delle classi dirigenti», hanno
trovato un’applicazione analitica sorprendente
in una realtà storicamente dominata da processi
di modernizzazione dall’alto – con ricorrenti
sospensioni delle libertà costituzionali e colpi
di Stato autoritari – come quella brasiliana.
Le analisi
contenute nella Questione
meridionale e nei Quaderni sui
rapporti di sfruttamento semicoloniale
tra Nord e Sud nella storia d’Italia, quelle sui
subalterni e la funzione degli intellettuali
negli assetti di dominio ed egemonia, sono oggi
utilizzate per rileggere le vicende della sua storia
coloniale e comprendere le contraddizioni
sociali e culturali ancora oggi presenti in
questo paese.
In tutto questo si inserisce la nascita dell’Igs Brasil con programmi molto ambiziosi e l’idea di ospitare qui, nel 2017, un grande evento internazionale attorno alla sua opera, valorizzando il lavoro sinergico di tutte le realtà universitarie e degli studiosi che a Rio si sono incontrati. L’obiettivo è chiaro, far compiere un salto di qualità agli studi a lui dedicati e intensificarne le connessioni internazionali.
Se, grazie alla
ricchezza e la diffusione internazionale del
suo pensiero, possiamo considerarlo un
cittadino del mondo, oggi (più che in passato), con
l’atto di nascita del 29 maggio dell’Igs Brasil,
l’intellettuale sardo ha anche conseguito
definitivamente la piena cittadinanza
onoraria di questo caleidoscopico paese
sudamericano.
Il Manifesto – 10
giugno 2015
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