47 anni dopo: dalla censura al film
integrale in prima serata TV. Probabilmente, visto cosa passa oggi
sugli schermi, molti lo troveranno insopportabilmente intellettuale e
noioso.
Paolo Mereghetti
«Ultimo tango»
Dal rogo alla prima serata tivù. Meglio di un salto mortale, per Ultimo tango a Parigi, che Rai2 programma lunedì sera alle 21.20. La «riabilitazione» era stata sancita a maggio, quando la commissione di censura aveva tolto ogni divieto a un film che alla sua uscita, nel 1972, era stato vietato ai minori di 18 anni e al taglio di 8 secondi durante il primo amplesso tra Brando e la Schneider e che poi la Cassazione, il 29 gennaio 1976, aveva condannato alla distruzione per oscenità.
Adesso, rubricato «film
per tutti», Ultimo tango diventa una pedina nella guerra
dell’audience tra le reti. Non sono sicurissimo che Bernardo
Bertolucci avrebbe apprezzato questa consacrazione catodica (così
come si era simpaticamente dispiaciuto di «non essere più
trasgressivo» dopo l’ultima decisione della censura) ma continuo a
pensare che il posto migliore per vederlo sia una sala
cinematografica, dove si sceglie di entrare pagando un biglietto,
piuttosto che rischiare di capitarci davanti pispolando sul
telecomando. Questione di rispetto per l’autore e l’opera ma
anche per il pubblico, di fronte al quale la tivù pubblica ha da
tempo abdicato a ogni ambizione culturale (la mia generazione ha
imparato ad amare il cinema anche grazie ai cicli di mamma Rai) per
ridurre spesso i titoli a una specie di baluginante specchietto per
allodole (e allocchi).
L’avevo scritto quando
la censura aveva tolto ogni divieto: il problema non è lo «scandalo»
del burro ma il rispetto per la complessità di un’opera che
trabocca disperazione e senso della morte. Ormai abituati solo a
tifare per i comizi politici o per le avventure fotocopia di questo o
di quell’eroe seriale, cosa riserveranno lunedì sera gli
spettatori all’«infernale plasticità» di Brando, alla luce di
Storaro, alla musica di Barbieri? Al genio di Bertolucci?
Il Corriere della sera – 20 gennaio
2019
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