27 gennaio 2019

PER IRENE OLIVERI 1, 2 e 3




Narrabosco a Ficuzza









"MUORE GIOVANE CHI E' CARO AGLI DEI"
 (Menandro)


          Irene Oliveri era una persona dolce e creativa. Aveva solo 36 anni, ma in trent' anni ha fatto più di tanti che arrivano a cent'anni. Gli antichi greci per consolarsi, in casi simili,  pensavano che sono gli dei, gelosi della bellezza degli umani, a portare in cielo le persone migliori ancora nel fiore degli anni.
       Ma noi non riusciamo a consolarci in questo modo. Non siamo riusciti a trovare una ragione per la sua prematura scomparsa. Ci siamo disperati, abbiamo pianto insieme a tutti i suoi cari e pensato che è assurdo morire a 36 anni.
      Superata però la fase dello sgomento e dell'angoscia, vogliamo ricordare soltanto una delle cose che ha fatto e che la rendono, ai miei occhi, immortale. 
      Attraverso lo studio e la sua forte passione per le scienze umane e le mille forme dell'arte contemporanea, ha scoperto Danilo Dolci, Giusto Sucato e  Ciccino Carbone. Per quest'ultimo - insieme a Paola Bisulca, Valeria Sara Lo Bue - ha realizzato una Mostra ed intrapreso una ricerca  interdisciplinare utilizzando anche documenti inediti. Una parte di questa ricerca è stata pubblicata nel penultimo numero (n.5/2014) della rivista NUOVA BUSAMBRA.

      Ci mancherai, cara Irene. Ci mancherà il tuo sorriso, la tua intelligenza, la tua generosità e la tua creatività.
   
Marineo, 27 gennaio 2019                      Francesco Virga


  PS: Tra i tanti commenti che questo post sta suscitando stasera, sul mio diario fb, nella commozione generale, mi ha colpito soprattutto questo:

Cirus Rinaldi: Ribadisco quanto scritto tra sgomento e commozione. Se la nostra comunità è stata meno plumbea con i rischi continui di cadere nella barbarie, lo dobbiamo a questa giovane donna. L’ho incontrata l’ultima volta sempre sorridente - sebbene provata - e ho sentito la solita voglia di sperare nel cambiamento. Imperterrita sin dalla mia esperienza di assessore proponeva progetti e faceva immaginare un futuro meno cupo. Avrebbe fatto tantissimo e bene, senza di lei perdiamo tutti qualcosa di prezioso. Spero la comunità voglia intestarsi alcuni dei suoi progetti. Significherebbe molto
     
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     Le poche parole di sopra, dettate dall'emozione,  non avevano la pretesa di fare un ritratto compiuto di Irene, ma solo ricordare sommariamente alcune iniziative  che ci hanno fatto incontrare e conoscere meglio. Questa sera ho letto con piacere nel diario fb di sua sorella Patrizia il ritratto che avrei voluto scrivere io. Anche per questo lo ripropongo di seguito:



A Irene, dai tuoi fratelli

Cara Irene,
pensavamo che avremmo avuto la possibilità di condividere ancora tanti altri momenti insieme, ma dobbiamo accontentarci di questi anni che la vita ci ha regalato e che per fortuna abbiamo vissuto molto intensamente.

Se dovessimo descriverti, una parola sola non basterebbe perché eri un vortice di energia positiva, un vulcano di idee, determinata, forte, caparbia, dinamica, solare, allegra, gentile, disponibile con tutti, profondamente buona, incapace di serbare rancore, creativa, capace di riconoscere le risorse e di valorizzarle creando bellezza attorno a te.

Nella tua vita, breve ma intensa, ciò che ti ha particolarmente contraddistinto è il continuo desiderio di esplorare aree nuove del mondo e di te stessa con l'esigenza forte di individuare connessioni tra le cose creando sinergie. Ed è proprio a partire da questa esigenza che hai costruito, passo dopo passo, il tuo percorso di vita.

Una vita piena di interessi: dal violino al pianoforte, alla pallavolo, agli scout, all'organizzazione di attività culturali nel territorio come Iuvenes, la mostra dei quattro elementi, variazioni cromatiche, il palo dei santi Patroni, manifestazioni al Castello, Godranopoli e il progetto Carbone con le tue colleghe di InSitu Valeria e Paola.

L'esigenza di conoscere e di fare esperienze nuove ti ha spinto ad uscire per creare nuovi stimoli, viaggiando e partecipando per esempio a diversi progetti europei di mobilità come Creativity in Spagna o il progetto Leonardo in Portogallo.

Anche nell'ambito dei tuoi studi la tua sete di ricerca non si è mai esaurita: dopo la laurea in storia dell'arte e l'abilitazione all'insegnamento, comincia infatti a farsi spazio dentro di te un nuovo sguardo sul territorio e inizi così ad approfondire la conoscenza di un nuovo ambito: quello del turismo culturale che ti porterà in un primo momento a Siracusa al Master della Garrone, dove inizierà a prendere forma nella tua mente quello che sarà il tuo grande progetto, e in un secondo momento a Torino al Master della Fitzcarraldo per perfezionare le tue competenze nell'ambito della progettazione e gestione di eventi culturali.

Dal momento che eri poco impegnata, hai anche creato insieme a Paola un progetto di turismo culturale per bambini e ragazzi che ormai tutti conoscono, Narrabosco, e nel frattempo, dopo lunghi studi, hai anche conseguito il patentino di guida turistica.

A giugno dello scorso anno il tuo cuore era pieno di gioia perché da poco avevi appreso la notizia di essere stata selezionata come mediatore a Manifesta, biennale europea di arte contemporanea, esperienza purtroppo interrotta dall'improvvisa comparsa della malattia che ti ha precluso la possibilità di partecipare al concorso docenti 2018 e di realizzare anche altri progetti già approvati come "Marineo apre le porte" con il Don Colletto, o in corso d'opera come la curatela della mostra su Giusto Sucato a Palazzo Sant'Elia con il tuo professore di storia dell'arte Sergio Troisi.
Ma soprattutto ti ha impedito di avviare quel progetto ambizioso che aveva già preso forma da tempo nella tua mente in cui avresti finalmente messo insieme tutte le tessere del puzzle.
Un progetto che sarebbe nato dalla collaborazione con le tue sorelle e che avrebbe connesso tre aree disciplinari diverse, tra loro complementari col fine di valorizzare il territorio sotto il profilo culturale, turistico e artistico, mettendo in rete realtà e risorse umane diverse per creare bellezza, d'altronde proprio questo era il tuo punto di forza!

Gli ultimi sette mesi sono stati veramente intensi, segnati dal dolore, dall'angoscia, dalle preoccupazioni, dalla rabbia, dalla ricerca continua di soluzioni e alternative, da scelte sofferte e vittorie momentanee.
Sono stati mesi in cui non hai mai smesso di lottare, anche nei momenti più tragici, con la determinazione che ti contraddistingue e che ti ha accompagnato fino all'ultimo momento.

Solitamente nella sofferenza della malattia si amplificano i tratti più spigolosi della personalità, paradossalmente invece in te abbiamo notato l'amplificarsi di una dolcezza, di una gentilezza e di una eleganza nobile accompagnate dalla capacità di vivere con estrema dignità anche questo momento di profondo dolore.

Nei giorni passati insieme ci siamo imbattuti in una poesia di Henley che ci ripetevamo ogni qualvolta ci fosse un nuovo scoglio da superare; la poesia si intitola INVICTUS, invincibile.

"Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo da un polo all'altro
Ringrazio qualunque dio ci sia
Per la mia anima invincibile.

Nella stretta morsa delle circostanze
Non mi sono tirato indietro né ho gridato.
Sotto i colpi avversi della sorte
Il mio capo sanguina ma non si china.

Oltre questo luogo di rabbia e lacrime
Incombe solo l'orrore della fine.
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto sia stretta la porta,
Quanto impietosa la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima".

Patrizia, Ciro e Silvana
— con Irene Oliveri

Marineo 28 gennaio 2019.

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