A strummulicchia a Palermo
di Pippo Oddo
Ancora ai tempi del famoso miracolo economico Palermo restava una città prevalentemente contadina. Molti suoi figli erano infatti costretti ad “industriarsi” per non morire letteralmente di fame! Tra i cosiddetti industriali ( di cui parla Danilo Dolci nella sua Inchiesta a Palermo) c'erano i tenutari e gestori di strummulicchia, per la cui magrezza potevano fare réclame allo scheletro.
Per chi non lo sapesse, la strummulicchia in italiano si chiama girlo [forse dal latino volg. gyrulus, dim. di gyrus, giro]. Si tratta di una piccola trottola usata in vari giochi d'azzardo, il cui corpo presenta sei facce numerate, parallele all'asse; il numero che risulta rivolto verso l'alto nel momento in cui si esaurisce il movimento rotatorio determina vincite e perdite, a seconda da dove avevano puntato i giocatori. Il girlo era già conosciuto in epoca romana e medievale in forme sostanzialmente analoghe all'attuale, anche se variarono nel tempo il numero delle sue facce e i loro contrassegni (numeri o lettere).
di Pippo Oddo
Ancora ai tempi del famoso miracolo economico Palermo restava una città prevalentemente contadina. Molti suoi figli erano infatti costretti ad “industriarsi” per non morire letteralmente di fame! Tra i cosiddetti industriali ( di cui parla Danilo Dolci nella sua Inchiesta a Palermo) c'erano i tenutari e gestori di strummulicchia, per la cui magrezza potevano fare réclame allo scheletro.
Per chi non lo sapesse, la strummulicchia in italiano si chiama girlo [forse dal latino volg. gyrulus, dim. di gyrus, giro]. Si tratta di una piccola trottola usata in vari giochi d'azzardo, il cui corpo presenta sei facce numerate, parallele all'asse; il numero che risulta rivolto verso l'alto nel momento in cui si esaurisce il movimento rotatorio determina vincite e perdite, a seconda da dove avevano puntato i giocatori. Il girlo era già conosciuto in epoca romana e medievale in forme sostanzialmente analoghe all'attuale, anche se variarono nel tempo il numero delle sue facce e i loro contrassegni (numeri o lettere).
"A strummulicchia a Palermo", foto Scafidi 1960
Nicolò Perniciaro su fb ha così commentato il pezzo: Poi c'erano puru chiddi chi cunsavanu u tavulineddu, all'angolo tra via Roma (a Palermu) e u bancu di Sicilia, ca nsemmula cu i cumpari facivanu u iocu di tri carti, - questa vince, questa perde - si nun stava attentu, e nun si guardava i sacchetti, mentri chi taliava, c'era u cumpari ca ci scippava u portafogghiu, ca unu tiniva nta' sacchetta di causi. Sì pi casu unu vinciva, appena si ni iva, e girava a cantunera, i cumpari di chiddu chi iucava chi carti, ci ivanu a scippari u portafogghiu, e si pi casu nun ci lu dava, rischiava di pigghiari una bedda passata di mazzati.
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