18 novembre 2015

ARMI, PETROLIO E TERRORISMO secondo D. Notarangelo






      L'amico Domenico Notarangelo mi ha appena inviato un suo nuovo pezzo inedito che mette il dito su una piaga antica che, in questi giorni, ha prodotto nuovi lutti e terrore.



PETROLIO

Petrolio: nel grande oceano di parole e di immagini che in questi giorni inondano l’opinione pubblica mondiale, dopo il venerdì nero di Parigi, nessuno dei giornalisti e dei politici di tutto il mondo ha pronunciato questa parola. Nel bla bla generale tutti parlano di strage e di guerra di religione. Nessuno, ma proprio nessuno ha affondato la lama nella carne viva del problema, nessuno ha avuto il coraggio e il pudore di toccare i sacri interessi che col petrolio sono origine e causa di questa tragedia. Eppure è il petrolio il mostro che si aggira sui cieli di mezzo mondo, mietendo vittime innocenti e sconvolgendo la pace dell’intera Europa. E mietendo vittime innocenti dappertutto.
La condotta della stampa e dei mass media non aiuta certo la causa della pace nascondendo questa elementare verità, e dando un nome e un volto ai veri responsabili delle lacerazioni in corso. E poche e deboli sono le voci che si sollelvano contro gli altri responsabili, i trafficanti d’armi da una parte, e gli Stati e i Governi che fornisco armi e mezzi agli stessi che poi sono costretti a combattere. E tutto avviene nel nome del petrolio, per mettere le mani sui pozzi del Medio Oriente e per tenersi amici molti governi corrotti che poi, al cambiare della sorte, sono costretti a combattere. E si tratta di Stati e Governi diretti e influenzati, apertamente o occultamente, dalle sette sorelle che stanno menando il globo verso il disastro generale. Sono i petrolieri il grande vecchio. In nome dei loro interessi e affari, il globo terrestre sta morendo, vittima del buco dell’ozono. L’ISIS combatte e ammazza nel nome di Maometto, ma la verità è che vuole mettere le mani sui pozzi di idrocarburi, sui quali si giocano  gli interessi dei Paesi occidentali. E’ qui il vero scontro.
E poi occorre chiedersi: dove prende i soldi l’ISIS per finanziare la sua guerra? Stampa e mass media tacciono, nessuna voce si alza per denunciare le colpe dei Paesi occidentali che dal califfato terrorista comprano petrolio e allo stesso Califfato vendono armi occidentali, le stesse con le quali i terroristi vengono a uccidere nelle città europee.
Il petrolio, dunque, e solo il petrolio guida e orienta la politica di molti governi. E si tratta di governi eletti il più delle volte coi soldi dei petrolieri, quando non sono gli stessi petrolieri a mettere le mani sui governi eleggendo propri rampolli. E quale politica poi tali governi possono fare? ovvio, quella imposta  e voluta dai petrolieri, dalle sette sorelle. Le quali, si faccia caso, controllano anche la produzione automobilistica mondiale. Dovremmo chiederci come mai, in tempi di rapidi progressi teconologici, la ricerca per la produzione di automobili elettriche segna il passo e non si riesce a produrne al posto di quelle attuali.
Mentre a Parigi si muore e si versono lacrime amare, mentre il globo patisce gli effetti distruttivi provocati dal petrolio, la grande stampa e i mass media, finanziati dai petrolieri, tacciono.
                                                                     Domenico Notarangelo






Nessun commento:

Posta un commento