26 dicembre 2015

IL NATALE SECONDO EDUARDO DE FILIPPO


Da Natale in casa Cuppiello riprendiamo il dialogo tristissimo fra padre e figlio sul presepe.

Eduardo De Filippo

Luca ~ Tieni un carattere insopportabile. Io ti voglio bene, ma certe volte non so io stesso come ti devo far capire certe cose. Tu sei un bravo ragazzo. I sentimenti sono buoni, lo so. Ma tieni un caratteraccio selvaggio. Nessuno ti può fare capire niente. Ma io dico, il giudizio!  Tu te vinne 'o cappotto 'e Pasquale al mese di dicembre! Dove siamo arrivati? Oramai sei un giovanotto, non sei più un bambino.  A scuola non hai voluto fare niente. Te n'hanno cacciato da tutte le scuole di Napoli. Terza elementare: “Non voglio studiare, voglio fare il mestiere”. E allora ti devi interessare. Chi cerca trova. Vai girando, guarda dentro ai magazzini. Nelle vetrine ci sono i cartellini: “Cercasi commesso”. Si comincia, poi si può fare strada. Io non sono eterno. I soldi ci vogliono. Mo t'aggia fa' 'o vestito nuovo. Dopo Natale, viene il sarto, porta i campioni e ti fai un bel vestito di stoffa pesante, questo che tieni addosso ormai è partito. Ti faccio pure due camicie. Tua madre mi ha detto che quelle che tieni non le può salvare più. Un vestito e due camicie. (indica il Presepio) Qua poi ci vengono tutte le montagne con la neve sopra. Le casette piccole per la lontananza. Qua ci metto la lavandaia, qua viene l'osteria e questa è la grotta dove nasce il Bambino (ammiccando) Te piace, eh? Te piace!

Tommasino ~ (annodandosi la cravatta) No

Luca ~ Bè, certo adesso è abbozzato, non si può dare un giudizio, è giusto. Ti compro pure due cravatte, che questa che tieni è diventata nu lucigno. E per Natale ti regalo dieci lire, così se ti trovi con gli amici, coi compagni, puoi offrire pure tu qualche cosa, e fai bella figura. (indicando un altro punto del Presepe) Qua ci faccio il laghetto col pescatore, e dalla montagna faccio scendere la cascata d'acqua. Ma faccio scendere l'acqua vera!

Tommasino ~ (scettico) Già l'acqua vera!

Luca ~ Sì, l'acqua vera. Metto l'interoclisemo dietro, apro la chiavetta e scende l'acqua. Te piace, eh?

Tommasino ~ No

Luca ~ Ma io non mi faccio capace! Ma lo capisci che il presepio è una cosa religiosa?

Tommasino ~ (sostenuto) Una cosa religiosa con l'interoclisemo dietro?  Ma fammi il piacere!

Luca ~ È  questione che tu vuoi fare il giovane moderno… ti vuoi sentire superiore. Come si può dire: “Non mi piace”, se quello non è finito ancora?

Tommasino ~ Ma pure quando è finito non mi piace.

Luca ~ (arrabbiato) E allora vatténne, in casa mia non ti voglio.

Tommasino ~ E  me ne vado.

Luca ~ Trovati un lavoro qualunque e non mettere più piede qua.

Tommasino ~ (alludendo al Presepe) Ma guarda un poco, quello non mi piace, mi deve piacere per forza?

Luca ~ Ma dalla casa mia te ne vai.

Tommasino ~ Ma il Presepio non mi piace.

Luca ~ (furibondo) E vatténne, perché in questa casa si fanno i Presepi.

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