Bercot e Cassel coppia in Mon Roi
Ho visto Mon Roi l' altra sera a Palermo e devo confessare che la storia d'amore raccontata abilmente nel film mi ha parecchio coinvolto. Ma, piuttosto che parlarvi delle emozioni e delle riflessioni che la visione del film ha suscitato in me, preferisco rimandarvi ad una breve recensione fatta a caldo, subito dopo la prima avvenuta a Cannes la scorsa primavera, da un esperto di cinema , Pier Paolo Festa, che è anche un mio carissimo amico. Di seguito potete anche leggere il testo di una intervista fatta alla regista Maiwenn
Mon Roi - La recensione da Cannes. La coppia Bercot-Cassel memorabile in un film che lascia molti dubbi
di PIER PAOLO FESTA
La regista di Polisse (ex signora Besson) dirige Mon roi, storia a metà strada tra commedia e dramma (più la prima) ambientata nel corso di oltre dieci anni: si parte con una donna (Emmanuelle Bercot) al confine con i quaranta che incontra l'uomo perfetto (Vincent Cassel),
bellissimo, affascinante e di buon cuore. Peccato per lei che il
suddetto "re" del titolo sia anche matto come un cavallo ma soprattutto
"coniugalmente inadeguato" al punto da farsi trovare a letto con
l'amante. Quella è solo la punta dell'iceberg, un piccolo episodio tra
varie coltellate all'anima sferrate nel corso di un decennio.
Si potrebbe dibattere per ore nel sostenere che la donna protagonista di Mon Roi che vive nel presente sia all'esatto opposto della Carol di Cate Blanchett,
donna moderna che vive nella New York di sessant'anni fa. Più
interessante invece identificarla per quello che è davvero: una
masochista. Una donna il cui sorriso (e in parte il corpo) viene a poco a
poco annientato dal rapporto disfunzionale con il suo uomo. Veritiero, beffardo e simpatico, il film di Maiwenn azzecca tutti i toni ma si incaglia nella seconda parte con la regista che in maniera testarda, proprio come la protagonista, decide di puntare sul loop dell'ossessione e raccontarci gli stessi eventi ripentendoli ancora e ancora, fino alla fine del film. Cast in forma stellare con la coppia Bercot & Cassel in perfetta sintonia e nemmeno per un attimo poco credibili.
E' la sottile linea tra "film che solleva argomenti interessanti" e "pellicola che ruba due ore del nostro tempo". A ventiquattr'ore dalla visione del nuovo film di Maiwenn continuiamo a ponderare su questo dubbio.
Pier Paolo Festa , 18.05.2015 - da Cannes
***
INTERVISTA ALLA REGISTA MAIWEENN
La regista Maiwenn sul set di Mon Roi
Un film
sentimentale che provoca rabbia e frustrazione ma che al tempo stesso tiene lo
spettatore inchiodato alla poltrona. La storia di una donna legata a un
dongiovanni (Vincent
Cassel) che la ama
e la tradisce, spezzandole il cuore più e più volte.
Film.it ne
parla con Maiwenn che subito chiarisce ogni dubbio: "Un uomo come quello che
interpreta Cassel? Meglio averlo come amico che come marito. Mi piacerebbe
molto conoscere una persona così, perché questi uomini hanno tanta
immaginazione e vivono tante fantasie".
Un dongiovanni come il personaggio di Cassel può avere tutte le donne del mondo. Perché decide di legarsi a un'unica donna nel suo film?
Un dongiovanni come il personaggio di Cassel può avere tutte le donne del mondo. Perché decide di legarsi a un'unica donna nel suo film?
Era proprio
quello che mi interessava raccontare. Provocare lo spettatore affinchè si
ponesse questa domanda: "Perché sceglie proprio questa donna
normale?". Non prende una modella, non una donna stupida, ma una persona
bella ed estremamente intelligente.
Perché dopo
un dramma come Polisse ha scelto un film d'amore?
Perché non lo avevo mai fatto. Avevo raccontato dell'amore in famiglia ma mai dell'innamoramento. Era questa la cosa più importante per me, dare tutto nella parte della sceneggiatura in cui questi personaggi si innamorano. E' essenziale per capire il perché per loro è difficile staccarsi.
Perché non lo avevo mai fatto. Avevo raccontato dell'amore in famiglia ma mai dell'innamoramento. Era questa la cosa più importante per me, dare tutto nella parte della sceneggiatura in cui questi personaggi si innamorano. E' essenziale per capire il perché per loro è difficile staccarsi.
Il film si
svolge in un arco di diversi anni, un periodo in cui vediamo i personaggi
invecchiare. Il lavoro di make up li ha ringiovaniti o invecchiati?
Nessun
lavoro particolare, Vincent ha già qualche capello bianco e le rughe agli
occhi! Credo però che mostrare l'età dei personaggi abbia a che fare con il
modo in cui vivono la vita. Emmanuelle Bercot sembra molto più giovane quando
esce dalla clinica di riabilitazione. Questo perché in quel momento è
felice.
La struttura
del film è interessante: la protagonista si rompe il ginocchio. Finisce in
clinica di riabilitazione e mentre torna a camminare si ricorda in flashback di
tutta la sua storia d'amore travagliata...
Una volta ho
letto che il ginocchio è la sola parte del corpo che è che non puoi piegare
verso il dietro. E in un certo senso il dietro rappresenta il passato. Volevo
raccontare delle persone che imparano di nuovo a camminare e allo stesso tempo
seguire una storia d'amore. Ho capito che se avessi mischiato le due storie,
avrei potuto mostrare una donna che mentre è in convalescenza trova la distanza
giusta per analizzare la sua relazione. Ecco la sfida del personaggio: lei ha
l'occasione di riprendersi più in fretta se esaminerà per bene cosa è accaduto
nella sua vita sentimentale.
Mon Roi è il suo quarto lungometraggio da regista. Inevitabile chiederle chi sono gli autori che l'hanno ispirata...
Mon Roi è il suo quarto lungometraggio da regista. Inevitabile chiederle chi sono gli autori che l'hanno ispirata...
La vita. Non
un film in particolare. Ci sono registi che mi appassionano e di cui vedo tutti
i film. Ma non posso dire necessariamente che mi ispiro a loro.
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