“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Antonio Gramsci
24 dicembre 2015
TORNA IL GRANDE WOODY ALLEN COL SUO IRRATIONAL MAN
Gli ultimi films di Woody Allen ci avevano lasciati un pò perplessi. Con Irrational man si assiste al ritorno del grande cinema del geniale autore americano. Anche se la filosofia ne esce male, è un film da non perdere. Riproponiamo la recensione che ne ha fatto il sito film.it
Mattia Pasquini
Dieci cose da sapere sull'Irratinal Man di Woody Allen
Uno dei migliori titoli degli ultimi anni (a parte Blue Jasmine) o un'opera di maniera del regista newyorkese? A partire dal 16 dicembre 2015 sarà il pubblico italiano a giudicare Irrational Man di Woody Allen, che ce l'aveva presentato già al Festival di Cannes raccontando se stesso e il proprio punto di vista. Fresco ottentenne, d'altronde, il regista ha confermato di avere molto da dire. Ma sono anche i non detti a essere interessanti nei suoi film. Per fortuna la rete ci permette di indagare sul dietro le quinte dei suoi set, e non solo per rubacchiare foto o indiscrezioni. Anche, come in questo caso, per scoprire qualcosa di più sul film che stiamo per vedere nelle nostre sale e del quale vi offriamo le consuete dieci curiosità dieci.
TITOLI FOLLI
Abe è un professore di filosofia emotivamente devastato, che con il trasferimento in una Università di provicina (e la conoscenza di Rita e Jill) ritova la gioia di vivere. ma di certo non "pazzo". Eppure il titolo originale avrebbe dovuto essere 'Crazy Abe' ('Abe il pazzo'), come racconta lo stesso Allen. Aggiungendo che la Sony lo scongiurò di non usarlo, come anche molti degli altri possibili - scartati perché troppo pretenziosi o filosofici - che "avrebbero allontanato la gente dal cinema".
UN GROSSO RUOLO
Che sia stato per il personggio da interpretare, non è di poco conto il fatto che sia stata la prima volta che Allen chiamava Joaquin Phoenix per un suo film. Una responsabilità importante per l'attore, noto professionista, al punto da aver dovuto ingrassare di circa 15 chili per il ruolo, che lui stesso ha giudicato abbisognasse di questo tipo di 'presenza scenica'.
DOPO IL DILUVIO
Irrational Man è il primo film che Allen gira dopo le accese polemiche del febbraio del 2014 relative allo scambio di lettere aperte pubblicate dal New York Times. Il precedente Magic in the Moonlight era infatti stato girato tra il luglio e l'ottobre del 2013.
IRRATIONAL SHAW
Detto del titolo, e per quanto molti siano stati scartati per eccesso di filosofia, è interessante scoprire quanto da vicino possa richiamare una nota citazione dello scrittore irlandese George Bernard Shaw: "The reasonable man adapts himself to the conditions that surround him. The unreasonable man adapts surrounding conditions to himself. All progress depends on the unreasonable man" (trad: "L'uomo ragionevole si adatta alle condizioni che lo circondano. Quello irragionevole adatta a sé le condizioni circostanti. Ogni progresso dipende dall'uomo irragionevole").
NON SI BUTTA NIENTE
Ma quanto a citazioni, sembra che stavolta Allen abbia scelto anche di citare se stesso, almeno a sentire una delle battute del film, già utilizzata dal rgista e attore in Io e Annie: "So much of philosophy is just verbal masturbation" (trad: "Tanto della filosofia è solo masturbazione verbale").
CREATIVO O RECIDIVO?
Con Irrational Man Woody Allen torna a ispirarsi - per la quarta volta - al classico di Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo. Dopo Crimini e misfatti (1989), Match Point (2005) e Sogni e delitti (2007) si torna quindi a riferirsi ai temi del celebre libro - per altro visibile nell'appartamento del protagonista - soprattutto per quel riguarda il comportamento di gente comune in situazioni legate a situazioni criminose.
EMMA, LA NUOVA MUSA
L'esordiente (agli ordini di Allen) Joaquin, per sua fortuna, potrà però contare sulla presenza di una partner più esperta nonostante la giovane età. Ingaggiata quattro giorni dopo l'annuncio di Phoenix, il 6 maggio 2014, Emma Stone sigla così la sua seconda volta con il regista di Manhattan, dopo la già citata commedia romantica di Magic in the Moonlight. In compenso, a differenza delle precedenti attrici pluriutilizzate da Allen (Scarlett Johansson, Dianne Wiest, Diane Keaton, Mia Farrow), potrà vantare di aver cercato di insegnare twitter all'ottantenne artista, e utilizzando una sua stessa battuta di Crimini e misfatti!
ON SET
Da tempo Allen non gira più solo a Manhattan come una volta, ma per questa occasione non si è allontanato troppo dalla sua New York, visto che dal 7 luglio alla fine di agosto i suoi set si sono concentrati nello Stato del Rhode Island, tra Newport (del quale si riconoscono la Salve Regina University e la libreria Island Books), Portsmouth, Richmond, Cranston, Jamestown, Pawtucket, West Greenwich e soprattutto Providence (con le location di Chez Pascal, Lippitt Park e del West Side Diner di 1380 Westminster Street, dove si tiene la conversazione sul Male).
WOODY E LA VITA
Una delle conversazioni più intressanti durante le presentazioni del film è stata quella che ha permesso al vecchio Woody di tornare a parlare di temi 'esistenziali', come ai bei tempi. Soprattutto di spiegare il proprio pensiero sul concetto di vita, e del - suo, attuale - piacere di vivere: "Sto cercando di vivere a lungo. Per questo ho rinunciato a tutte le gioie della vita. Il cioccolato, le costolette, tutto quello che rende la vita meritevole di essere vissuta e rinunciando alle quali si ha l'illusione di vivere di più. Magari è vero, non lo so. Mio padre ha vissuto cento anni. Fumava Chesterfields ogni giorno e faceva colazione ogni mattina con due uova, mangiava costoltte, e gelato. E forse lo ha salvato proprio l'essere tanto indifferente verso la sua stessa salute".
IL LIBRO OMONIMO
è quello di William Barrett, secondo alcune riviste di filosofia "una delle migliori definizioni dell'esistenzialismo mai scritta", nella quale l'autore ne descrive le radici e ne "traccia l'apparizione nelle arti e nelle riflessioni di uomini come Sant'Agostino, Pascal, Baudelaire, Blake, Dostoyevsky, Tolstoy, Hemingway, Picasso, Joyce e Beckett". Chissà che Allen non ambisca ad aggiungersi alla lista.
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