24 agosto 2016

BORGES A UN POETA MINORE






A un poeta minore dell’antologia

Dov’è la memoria dei giorni
che furon tuoi sulla terra, e intrecciarono
gioia e dolore e furono per te l’universo?
Il fiume numerabile degli anni
li ha dispersi; sei una parola in un indice.
Dettero ad altri gloria senza fine gli dèi,
iscrizioni ed eserghi, monumenti e diligenti storici;
di te sappiamo solo, oscuro amico,
che una sera udisti l’usignolo.
Tra gli asfodeli dell’ombra, l’ombra tua vana
penserà che gli dèi son stati avari.
Ma i giorni sono una rete di comuni miserie,
e c’è sorte migliore della cenere
di cui è fatto l’oblio?
Su altri getteranno gli dèi
l’inesorabile luce della gloria, che guarda nell’intimo ed enumera ogni crepa
della gloria, che finisce col far avvizzire la rosa che venera;
con te, fratello, furono pietosi.
Nell’estasi d’una sera che non sarà mai notte,
tu odi la voce dell’usignolo di Teocrito.

JL Borges

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