05 agosto 2016

D. PASSANTINO, Tra lingua e dialetto



    Pubblico con piacere un breve pezzo di un giovane filologo che ho avuto il piacere di conoscere durante la breve stagione della rivista NUOVA BUSAMBRA :

L’edonismo della lingua italiana

Domenico Passantino

Approdare, dopo anni e anni di studi, alla consapevolezza che la lingua italiana è una lingua di acculturazione prima letteraria e poi mediatico-consumistica mi lascia sbigottito e deluso. Felice, in un certo senso, come Davide che ha abbattuto e annientato Golia. Per me, nato in provincia, nell’entroterra siciliano, cresciuto per strada, anzi tra le campagne, l’unico idioma spontaneo e istantaneo era il dialetto siciliano; e faceva un po’ di paura, ricordo, sentire parlare i maestri a scuola o i medici o alla radio e in televisione le persone che avevano un titolo di studio. Faceva paura che una “lingua”che doveva essere mia già per nascita e quindi per diritto naturale fosse in realtà così lontana e difficile, una montagna che richiedeva grandissimo sforzo per essere scalata, senza nemmeno la certezza di riuscirci per davvero poi, perché va bene imparare le epressioni più comuni per esprimersi nella “lingua” nazionale, ma certi modi di dire, certe cadenze del siciliano “tradotte”in italiano facevano proprio ridere. Eppure se a scuola scappava una parola in dialetto venivi rimproverato ed erano i figli dei borghesi, quelli con le merendine mulino bianco o kinder che un po’ questo benedetto italiano lo masticavano. Il resto dei bambini, che potrei definire figli di proletari o sottoproletari, sentiva come una vergogna e come una zavorra al proprio status sociale, nonché al riscatto sociale (che in verità è una continua tensione nel disperato tentativo di imitare i valori, i comportamenti e gli atteggiamenti borghesi, di fatto quelli del consumatore-edonista contento di essere tale) quel dialetto natìo, considerato come espressione rozza di una villanità esecrabile. L’acculturazione forzata del dialetto da parte dell’italiano ha avuto come mezzo e tramite proprio la tecnologia e lo sviluppo tecnologico: esso è stato in grado di fare parlare una lingua sola agli italiani. L’acculturazione dell’italiano ad opera dell’inglese e dell’americanismo. L’elisir dell’eterna giovinezza sembra essere stato trovato nei cibi conservati con i conservanti che conservano giovane e snello il corpo, come fosse anch’esso stesso, il corpo, un qualcosa da esporre in vetrina, da comprare, da pubblicizzare. Leggo in certi scritti di Pasolini una lucidità e una intelligenza piena della società contemporanea che è a dir poco entusiasmante.

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