03 agosto 2016

IGOR STRAVINSKI, Il gioco e il giogo

Albert Gleizes - Ritratto di Igor Stravinsky

Il gioco e il giogo

… Per quanto mi riguarda provo una specie di terrore quando, al momento di mettermi al lavoro e davanti alle infinite possibilità offertemi, provo la sensazione che tutto mi sia permesso.
Se tutto mi è permesso, il meglio e il peggio, se non trovo resistenza, ogni sforzo è inconcepibile, non posso costruire su niente e qualsiasi lavoro, allora, è vano. Sono dunque obbligato a perdermi in questo abisso di libertà? A cosa posso aggrapparmi per sfuggire alla vertigine che mi prende davanti alla virtualità di questo infinito? Eppure non perirò. Vincerò il mio terrore e mi tranquillizzerò all'idea che dispongo delle sette note della scala e dei suoi intervalli cromatici, che il tempo forte e il tempo debole sono alla mia portata e che sono in possesso di elementi solidi e concreti che mi offrono un campo di esperienza altrettanto vasto di quel vago e vertiginoso infinito che prima mi spaventava. E' da questo campo che ricaverò le mie radici, ben conscio che le combinazioni che dispongono di dodici suoni per ogni ottava e di tutte queste varietà della ritmica mi promettono ricchezze che tutta l'attività del genio umano non potrà mai esaurire...

… Una vera tradizione non è testimonianza di un passato remoto; è una forza viva che anima e alimenta il presente...
… Più l'arte è controllata, limitata, elaborata e più è libera...

Igor Stravinsky, Poetica della musica

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