Maurizio
Ferrara (1921-2000) fu segretario particolare di Togliatti,
giornalista di punta de “l'Unità” e infine esponente del Pci
nella Regione Lazio e in Parlamento. Padre di Giuliano Ferrara non ne
condivise lo sbracamento a destra prima con Craxi e poi con
Berlusconi. Con lo pseudonimo di Anonimo Romano pubblicò negli anni
Settanta del 900 due raccolte di sonetti romaneschi, sul modello di
Giuseppe Gioachino Belli, Er compromesso rivoluzzionario (1975)
e Er communismo 'co la libbertà (1978). Nel 1978 Dario Fo,
tornato in Tv dopo un lungo ostracismo della Rai, con un frammento
del suo Mistero buffo, suscitò scandalo in Vaticano.
Intervenne persino il Cardinale Poletti, Vicario del Papa per la
Diocesi di Roma, uno dei dignitari più potenti della Curia,
chiedendo una nuova cacciata del reprobo, non ancora Premio Nobel,
dalla Tv di Stato. Al tema è dedicato il sonetto qui “postato”.
(S.L.L.)
Come
che Dariofò, ch’è proprio bravo,
tornò
ar viddeo e se mise affà er faceto,
er
Cardinal vicario anno in aceto
perché
sfotteva Bonifacio Ottavo.
Dice
che Fo cor lavorò de scavo
je
va a offenne er Divino Paracleto,
sicché,
dice, o er governo je fa un veto
o
sinnò c’è la guera cor Conclavo.
Bella
robba! ’Sti scribbi vatigani
’nce
lo sanno che Dante a quer papaccio
l’affocò
tra li ladri e li ruffiani?
Fuss’io
er governo a ’st’assi de palazzo
je
direbbe: carmateve cristiani,
cammiate
rete e nun rompete er cazzo.
Er
communismo 'co la libbertà,
Editori riuniti, 1978
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