30 aprile 2018

FILOSOFIA E POESIA IN G. LEOPARDI




     Francesco De Sanctis credo che sia stato uno dei primi critici a riconoscere il valore filosofico dell'opera leopardiana. Inglesi e americani l'hanno scoperto solo da qualche anno, grazie anche ad una recente traduzione inglese dello Zibaldone del poeta di Recanati. (fv)


"Nessun maggior segno d'essere poco savi e poco filosofi che volere savia e filosofica tutta la vita."


"Si veda quanto sia difficile a trovare un vero e perfetto filosofo. Si può dire che questa qualità è la più rara e strana che si possa concepire, e che appena ne sorge uno ogni dieci secoli, seppur uno n’è mai sorto. (Qui riflettete quanto il sistema delle cose favorisca il preteso perfezionamento dell’uomo mediante la perfezione della ragione e della filosofia). È del tutto indispensabile che un tal uomo sia sommo e perfetto poeta; ma non già per ragionar da poeta; anzi per esaminare da freddissimo ragionatore e calcolatore ciò che il solo ardentissimo poeta può conoscere. Il filosofo non è perfetto, s’egli non è che filosofo, e se impiega la sua vita e se stesso al solo perfezionamento della sua filosofia, della sua ragione, al puro ritrovamento del vero, che è pur l’unico e puro fine del perfetto filosofo. La ragione ha bisogno dell’immaginazione e delle illusioni ch’ella distrugge; il vero del falso; il sostanziale dell’apparente; l’insensibilità la più perfetta della sensibilità la più viva; il ghiaccio del fuoco; la pazienza dell’impazienza; l’impotenza della somma potenza; il piccolissimo del grandissimo; la geometria e l’algebra della poesia."

GIACOMO LEOPARDI, Zibaldone di pensieri


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