28 dicembre 2013

DEPOSUIT POTENTES DE SEDE ET EXALTAVIT HUMILES



IL MAGNIFICAT DIMENTICATO

Uno dei pochi rimpianti che conservo dell’antica messa cantata in latino è legato al ricordo di due versi del Magnificat che ho sentito cantare anche nella chiesa del mio piccolo paese: “Deposuit potentes de sede et esaltavit humiles”. Eppure si trattava di un latino facile che tutti capivano. Ma, forse, proprio per questo neppure i preti lo cantano più!
La verità è che papi, vescovi e preti sono andati sempre a braccetto coi potenti. E quelle parole profetiche apparivano stonate nelle loro bocche. Per questo, neppure il buon papa Francesco odierno, le cita frequentemente.
 I potenti oggi sono più potenti e prepotenti che mai – ed è meglio tenersili vicini! – mentre gli umili sono sempre più umili e impotenti.

f.v.




4 commenti:

  1. Da fb mi arriva questo primo commento:
    "Carissimo Francesco, ancora un abbraccio di auguri!! La Messa in Latino era un modo per tenere il popolo ignorante sulla Bibbia, un modo per non fare partecipare il popolo. Non è vero che il popolo capiva il latino del Magnificat, perché intanto recitava il rosario durante la messa. E' merito della Rofrma se il volgere è entrato tra il poplo nella lettura biblica. Il Concilio ha finalmente fatto proprio tutto ciò. Ma, come sai , Benedetto XVI ha ridato la possibilità della messa piana (Pio V) del Concilio di Trento, con gioia dei Lefreviani e integralisti vari. Se si vuole vedere la messa in latino si può dunque andare presso una comunità integralista, come è capitato a me in Francia di osservare. Il Magnificat ha rovesciato i potenti dai troni e innalzato gli umili, un testo profetico, certo non è usato dalla destra cattolica. E' stato ripreso dalla Teologia della liberazione, da Leonardo Bof e da papa Francesco più recentemente. A proposito, come è finita con la lettura del mio libro? L'hai terminata? Grazie sempre per la fiducia.
    Rosario Giue

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  2. Caro Rosario, naturalmente ho letto il tuo libro sulla Teologia della Liberazione e confermo il giudizio positivo che ti avevo manifestato dopo averci dato una prima occhiata. Ma non è del tuo libro che voglio parlare adesso. Anche se riconosco che in esso si può anche trovare una risposta alla mia provocazione.
    E' la tua risposta di fb che mi lascia insoddisfatto. Le tue considerazioni sulla messa in latino, infatti, anche se storicamente fondate, non spiegano il persistente connubio tra Stato e Chiesa. Lo stesso Francesco, per quanto rivoluzionarie possano apparire alcune sue parole al confronto con quelle dei suoi predecessori, quando arriva al dunque (vedi la risposta gesuitica che ha dato ai forconi!) non osa mettere in discussione i poteri costituiti.

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  3. Caro Francesco, due cose. La prima: mi avevi promesso di fare una recensione. La farai? Grazie per la pazienza di averlo letto, comunque. Andiamo alla risposta: non avevo ben compreso non essere orientata alla tua richiesta. Sì, il connubio tra Chiesa e potere è scandaloso, ieri come oggi. Oggi ho visto in televisione che trasmettevano una messa.Vi era il vescovo di Catanzaro (credo), il tenente dei carabinieri, il sindaco, il tenente della finanza ecc. Uno scandalo, per me. Ma è sempre così. Per S. Rosalia c'era, tempo fa, ai primi vespri Schifani (allora presidente del Senato). Queste cose sai bene che le scrivo in pubblico da tempo. Anche il mio articolo sui "sindaci con la fascia" te l'ho mandato tempo fa. Leggo in un libro oggi che Ruffini appoggiava Franco anche perché questi aveva segnato nel concordato la Chiesa cattolica come unica religione di Stato. E tanto altro potrei dire. Su tutto ciò siamo scandalizzati insieme. Anzi, io più di te. Papa Francesco sta dando dei segni, importanti se paragonati al recente passato, ma mi aspetto anche io le reali ri-forme della Chiesa, sia al proprio interno (urgenti!!) che nel rapporto con il potere. Diamogli un pò di tempo, diciamo un anno. Non so se ho risposto almeno un pò. Detto questo, la tua nostalgia del latino...non mi piace. Baci. Rosario

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  4. Carissimo Rosario, ora si che ci siamo! So bene che queste cose tu le scrivi da tempo; ma, come sai, sono pochi nel mondo cattolico a pensarla come te. La ragione per cui ho rinviato la recensione del tuo libro e' dovuta al fatto che, avendomi preceduto Nino Di Sclafani sia sul blog di Nuccio che su Nuovabusambra, ho ritenuto opportuno farlo - come farò - in un secondo tempo. Per quanto riguarda il latino mi hai frainteso, caro Rosario. Non ho alcuna nostalgia della messa in latino! Il mio era solo un pretesto retorico per ricordare le parole profetiche dimenticate da tanti... Un forte abbraccio, Rosario caro, e buon anno!

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