Tra qualche settimana ricorderemo anche noi, a Marineo, la strage compiuta dal Regio Esercito che eseguiva gli ordini del siciliano Francesco Crispi, massone e gran mafioso, nel gennaio del 1894. La lapide affissa nel muro del Municipio odierno, edificato nello stesso luogo da cui partì l'ordine di sparare contro cittadini inermi, ricorda nomi e cognomi delle vittime di allora.
Ieri a Lercara Friddi, in un Convegno al quale hanno partecipato, tra gli altri, gli storici Giuseppe Carlo Marino e Umberto Santino, è stato ricostruito il contesto storico che diede origine in Sicilia al Movimento dei Fasci dei Lavoratori che, come è stato opportunamente evidenziato, è stato anche il primo movimento di massa contro la mafia represso nel sangue da uno Stato che, già allora, colludeva con la mafia.
A Lercara Friddi la violenta repressione dello Stato colpì i lavoratori in rivolta lo stesso giorno di Natale del 1893. Dai pochi documenti rimasti, è stato accertato che il giorno prima, in una delle piazze principali del paese, una moltitudine di donne aveva guidato una manifestazione contro gli Amministratori locali che imponevano tasse soprattutto alla povera gente ( si ricordi per tutte la famigerata TASSA SUL MACINATO!) . Per questo a Lercara il popolo si scagliò soprattutto contro i casotti daziari e i luoghi di riunione e di svago dei notabili e dei prepotenti del paese.
La forza pubblica aveva tentato di contenere la folla, ma non era riuscita ad evitare il successivo assalto e la completa devastazione dei casotti daziari.
Erano quasi le quattro del pomeriggio del Natale del 1893 e le donne di Lercara con i loro uomini riempirono la piazza per assalire il Municipio, sventolavano stracci a mò di bandiere e volevano che si capisse che non era più tollerabile lo sfruttamento e la fame.
Un vice Prefetto era stato inviato da Palermo per tentare di calmare la folla, ma erano arrivati anche i rinforzi militari e fu la tragedia: i due schieramenti si trovarono uno di fronte all’altro e i militari intimarono ai manifestanti di disperdersi … attimi di silenzio, un colpo di arma da fuoco.
Dai balconi dei palazzotti prospicienti la piazza i notabili, padroni di Lercara, dei campi e delle miniere incitavano i carabinieri a compiere il massacro. Con la bocca ancora impastata dei buccellati e dei cannoli trangugiati a pranzo, nel loro pranzo di Natale, gridavano: “morte agli istigatori, morte ai sovversivi”.
Undici manifestanti furono uccisi nella cornice di cinica e turpe istigazione al massacro.
“non si sarebbe mai saputo chi avesse sparato per primo […] non è affatto da escludere che a sparare per primo fosse stato qualche campiere, qualche mammasantissima, appostato dietro l’angolo di qualche casa e incaricato di provocare la strage da una delle fazioni che si contendevano il potere in paese. Le carte tacciono in proposito”. (Mario Siragusa, Stragi e stragismo nell’età dei Fasci siciliani. In La Sicilia delle stragi. a cura di Giuseppe Carlo Marino. Newton Compton Editori Roma.2007. pag. 119).
Ma la cosa che mi ha maggiormente colpito ieri è stata la straordinaria partecipazione dei ragazzi e dei giovani di Lercara alla manifestazione che, non a caso, si è conclusa con l'applauditissima messa in scena della Strage fatta dai ragazzi della Scuola Media di Lercara sotto la guida di un bravissimo animatore culturale del luogo.
f.v.
TRASCRIVO DI SEGUITO ALCUNI COMMENTI PERVENUTI TRAMITE FACEBOOK:
RispondiEliminaPiace a Salvino Brown Calatabiano.
Antonella Barracato Grazie Francesco Virga
19 ore fa tramite cellulare · Mi piace · 1
Salvino Brown Calatabiano Lusingato dell'apprezzamento per il lavoro svolto coi ragazzi!
(solo un piccolissimo appunto, non sono un animatore culturale ma un attore/regista o nel caso specifico un esperto esterno)
17 ore fa · Mi piace
Francesco Virga Grazie a voi per quanto avete fatto. Perdonami Salvino per non aver ricordato il tuo nome e per averti attribuito un ruolo diverso da quello realmente svolto. In ogni caso hai saputo guidare sapientemente i ragazzi e chi fa questo, per me, e' anche un educatore e un animatore culturale!
17 ore fa · Mi piace · 1
Salvino Brown Calatabiano Francesco Virga, io posso solo ringraziarti.
6 ore fa · Non mi piace più · 1
la prima strage fu a Caltavuturo nel gennaio del 1893 e furono uccise 20 persone dallo stato assassino. Bernardino Verro sostenne che gli affamati di Caltavuturo furono saziati di piombo. E cosi a Giardinello dove furono trucidate 11 persone e a Marineo, 18 manifestanti uccisi. Che i fasci avessero una finalità consapevolmente antimafiosa è, a parer mio, una forzatura: lottavano per ottenere condizioni di lavoro accettabili, contrastando con gli interessi di classi sociali parzialmente colluse con la mafia che tentò di infiltrarsi nel movimento e alla fine lo combattè. Direi in sintesi: i fasci lottavano per (diritti e dignità), stato, mafia, ceti dirigenti (collusi e non) furono criminalmente concordi e determinati contro. Se i fasci avessero vinto, solo dopo (lungo tempo) sarebbe potuta nascere una vera cultura antimafia.
RispondiEliminaBERNARDO PULEIO
Caro Bernardo, la tua puntualizzazione mi sembra più che opportuna. Mi pare che siamo sostanzialmente d'accordo!
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