Al di là dei toni
catastrofisti (più o meno condivisibili) l'intervento che proponiamo
ha il merito di collocare il fenomeno dei forconi all'interno della
più generale crisi del modello di Europa portato avanti nell'ultimo
decennio con i risultati che tutti siamo ormai in grado di vedere:
disoccupazione record, dilagare della povertà, crescita delle
diseguaglianze sociali.
Franco Bifo Berardi
I forconi e la
deflagrazione dell'Europa
Ciò che sta accadendo
in Italia va letto nel contesto della deflagrazione dell'Unione
europea, provocata dall'aggressione finanzista guidata dalla Banca
centrale europea e dal governo tedesco.
Da Maastricht in poi, il
ceto finanzista globale ha deciso di cancellare in Europa le tracce
della forza operaia del passato, la democrazia, la garanzia
salariale, la spesa sociale. In nome del fanatismo liberista ha
finito per sradicare le radici del consenso su sui si fondava
l'Unione europea. L'effetto, però, non è solo il dimezzamento del
monte salari dei lavoratori europei, la distruzione della scuola e
della sanità pubblica, l'abolizione del limite dell'orario di
lavoro, la precarizzazione generalizzata. E' anche la guerra. Era
prevedibile, era previsto, ora comincia ad accadere.
La disgregazione finale
dell'Unione europea possiamo leggerla sulla carta geografica.
Cominciamo da est. L'insurrezione ucraina è prova di come sia
mutata la natura d'Europa. Nata come progetto di pace tra tedeschi e
francesi, e quindi di pace in tutto il continente, l'Unione è oggi
divenuta l'esatto contrario. Gli europeisti ucraini usano
l'europeismo come arma puntata contro l'imperialismo russo, e
risvegliano fantasmi del nazismo. L'ingresso in Europa è visto come
una promessa di guerra, e la precipitazione del conflitto in Ucraina
non potrà che avere conseguenze spaventose per l'Europa intera.
Bruxelles reagirà aprendo un confronto con la Russia di Putin,
oppure lascerà che la Russia di Putin soffochi una rivolta che è
nata nel nome dell'Europa?
Spostiamoci a ovest. Il
Parlamento catalano ha indetto il referendum indipendentista per
l'autunno del 2014. I franchisti del governo madrileno hanno
risposto che il referendum non si farà mai.
Nel frattempo, in
Francia i sondaggi prevedono che il Front National diverrà partito
di maggioranza alle prossime elezioni. A quel punto il patto
franco-tedesco su cui si fonda l'Unione sarà cancellato nella
coscienza della maggioranza dei francesi, e la balcanizzazione del
continente precipiterà.
Questa dinamica mi pare
il contesto in cui leggere le convulsioni agoniche della penisola
italiana. Il governo Letta Alfano Napolitano, filiale del partito
distruttori d'Europa, è in camera di rianimazione. Può durare o
crollare poco importa: non è in grado di mantenere nessuna
promessa, neppure quelle fatte ai suoi padroni di Francoforte.
Il movimento dei forconi
è tracimare del nervosismo sociale. Nel 2011 il movimento
anticapitalista tentò di fermare l'aggressione finanzista, ma non
ebbe la forza per mettere in moto una sollevazione solidale. La
precarizzazione ha sgretolato la solidarietà tra lavoratori, e il
movimento si risolse in una protesta che il ceto
politico-finanziario, per criminale interesse e per imbecillità
conformista, rifiutò perfino di ascoltare.
Ma la sollevazione non
si ferma, perché ha i caratteri tellurici di una disgregazione
della base stessa del consenso sociale. E' una sollevazione priva di
interna coerenza, priva di strategia progressiva. Ci sono dentro
elementi di nazionalismo, di razzismo, di egoismo
piccolo-proprietario, ma anche elementi di ribellione operaia, di
democrazia diretta e rabbia libertaria. Non è importante la sua
confusa coscienza, le contrastanti ideologie e i contrastanti
interessi che la mobilitano. Conta il fatto che il suo collante
obbiettivo è l'odio contro l'Europa. Questo odio non può che
essere portatore di disgrazie.
BLOG MICROMEGA | 13
Dicembre 2013
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