16 dicembre 2013

LA PARIGI DI J GLASSCO


John Glassco (Montreal, 1909-1981) descriveva se stesso «romanziere, curatore di antologie, traduttore, pornografo». Esce ora in Italia “Memorie di Montparnasse”, uno dei migliori libri che sia mai stato scritto sulla Parigi letteraria degli anni ’20.

John Glassco, Memorie di Montparnasse

All’inizio del 1928, il diciottenne John Glassco lascia Montreal a bordo di un cargo, assieme all’amico del cuore. Fugge gli studi regolari al college, fugge dal ricco padre che lo vuole in affari e dalla madre che desidera per lui un futuro da bravo giovane. Fugge la noia della vita. La sua meta è Parigi, la leggendaria Montparnasse, capitale in quegli anni della lost generation, dei poeti surrealisti, dei pittori, degli esperimenti amorosi più effervescenti, dell’esistenza in cui ogni minuto vale per quel che è e non per il futuro.

Vi resterà più di un anno fino a quando una malattia lo costringerà a tornare, proprio al calare su tutta quella luminosità della nebbia della grande crisi economica: «Niente più credito, i giochi sono finiti, il mondo deve tornare al lavoro». E durante la cura – dice – completerà la stesura di queste memorie: diario istantaneo di un’avventura ebbra di discorsi, progetti d’arte e di vita, bevute, sesso e incontri di ogni tipo.

Un’avventura abbastanza lunga da lasciarsene assorbire, abbastanza breve da non sentire mai l’amaro della disillusione. E così nettamente delimitata da diventare per lui l’immagine stessa della rapida giovinezza, gioiosa, folle, libidinosa: «gli anni in cui ho vissuto veramente».



Passano, naturalmente, per i bistrot stravaganti e gestiti in modo disordinato e per gli appartamenti dove giorno e notte si confondono personaggi famosi in carne ed ossa o nascosti con nomi di fantasia. E il volume, in Appendice, ne fornisce l’elenco biografico. Ma Memorie di Montparnasse non è la solita galleria di personalità e la raccolta di aneddoti d’artisti, né punta a ricreare intellettualisticamente atmosfere: è la cronaca di una corsa irriverente e vitale che ha alle spalle Mark Twain e di fronte la beat generation.

Per la vividezza della scrittura, per il candore con cui il protagonista si svela e la frenesia del ritmo, non è stato difficile credere che questo libro sia stato scritto come dichiarato dall’autore, subito dopo il ritorno a casa. Invece l’opera, s’è scoperto, è della metà degli anni Sessanta del Novecento, quando Glassco era ormai un affermato, e forse rassegnato, letterato.

John Glassco
Memorie di Montparnasse
Sellerio, 2013
15 euro

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