John Glassco
(Montreal, 1909-1981) descriveva se stesso «romanziere, curatore di
antologie, traduttore, pornografo». Esce ora in Italia “Memorie di
Montparnasse”, uno dei migliori libri che sia mai stato scritto
sulla Parigi letteraria degli anni ’20.
John Glassco, Memorie
di Montparnasse
All’inizio del 1928,
il diciottenne John Glassco lascia Montreal a bordo di un cargo,
assieme all’amico del cuore. Fugge gli studi regolari al college,
fugge dal ricco padre che lo vuole in affari e dalla madre che
desidera per lui un futuro da bravo giovane. Fugge la noia della
vita. La sua meta è Parigi, la leggendaria Montparnasse, capitale
in quegli anni della lost generation, dei poeti surrealisti, dei
pittori, degli esperimenti amorosi più effervescenti,
dell’esistenza in cui ogni minuto vale per quel che è e non per
il futuro.
Vi resterà più di un
anno fino a quando una malattia lo costringerà a tornare, proprio
al calare su tutta quella luminosità della nebbia della grande
crisi economica: «Niente più credito, i giochi sono finiti, il
mondo deve tornare al lavoro». E durante la cura – dice –
completerà la stesura di queste memorie: diario istantaneo di
un’avventura ebbra di discorsi, progetti d’arte e di vita,
bevute, sesso e incontri di ogni tipo.
Un’avventura
abbastanza lunga da lasciarsene assorbire, abbastanza breve da non
sentire mai l’amaro della disillusione. E così nettamente
delimitata da diventare per lui l’immagine stessa della rapida
giovinezza, gioiosa, folle, libidinosa: «gli anni in cui ho vissuto
veramente».
Passano, naturalmente,
per i bistrot stravaganti e gestiti in modo disordinato e per gli
appartamenti dove giorno e notte si confondono personaggi famosi in
carne ed ossa o nascosti con nomi di fantasia. E il volume, in
Appendice, ne fornisce l’elenco biografico. Ma Memorie di
Montparnasse non è la solita galleria di personalità e la raccolta
di aneddoti d’artisti, né punta a ricreare
intellettualisticamente atmosfere: è la cronaca di una corsa
irriverente e vitale che ha alle spalle Mark Twain e di fronte la
beat generation.
Per la vividezza della
scrittura, per il candore con cui il protagonista si svela e la
frenesia del ritmo, non è stato difficile credere che questo libro
sia stato scritto come dichiarato dall’autore, subito dopo il
ritorno a casa. Invece l’opera, s’è scoperto, è della metà
degli anni Sessanta del Novecento, quando Glassco era ormai un
affermato, e forse rassegnato, letterato.
John Glassco
Memorie di
Montparnasse
Sellerio, 2013
15 euro
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